Il mio regalo sei tu, di Sarah Spinazzola
Ha le gambe, penso, in tv lo avevo visto solo da seduto.
La voce di Lidia è chiara, limpida, e veicola una semplicità d’animo che spiazza e incanta. Suo padre, lei, non l’ha mai conosciuto, ma un giorno sua madre entra in camera sua, gira per un po’ tra i canali, e poi dice «Guarda, quello lì è tuo padre». Allora Lidia lo contatta e lui, questo padre-fantasma, accetta di vederla. Lidia è contenta, felice, tanto da iniziare a pensare una cosa e dirne un’altra, tanto da finire senza quasi accorgersene tra le montagne della Francia, tanto da capire, alla fine, che forse c’è qualcosa che non quadra in questa sua ricerca di attenzione e amore da parte di un uomo che, forse, proprio uomo non è. Perché se da una parte Lidia desidera conoscerlo e comprenderlo, costruirci quel rapporto di fiducia e affetto che dovrebbe essere norma tra un padre e una figlia, dall’altra trova un esempio di egoismo in forma umana, dove i tratti infantili si esacerbano e manifestano in una realtà fatta di bugie, zie che straparlano, madri dallo sguardo umido e folle e fidanzate che, con un po’ di sale in zucca, decidono di fuggire. Per Lidia non è affatto semplice, ma a lei piace pensare, pensare a delle cose, e forse è proprio questa sua attitudine a riflettere su quanto la circonda che la aiuterà a tornare a casa.
Lidia è la protagonista di “Il mio regalo sei tu”, l’ultimo volume uscito in libreria per le edizioni Marcos y Marcos. L’autrice è Sarah Spinazzola, una giovane donna milanese che ha umorismo e spirito di osservazione da vendere, oltre a uno stile spigliato e originale, corti capelli castani e un gran talento. Ha già pubblicato racconti nell’antologia Scontrini. Racconti in forma di acquisto e nell’Accalappiacani, settemestrale di letteratura comparata al nulla.
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