Nient’altro che amare, di Amneris Di Cesare
Maria a’ zannuta, Maria à cunigghja, è una donna sola, come sola lo è sempre stata. Nata in una famiglia dove l’amore le è stato negato da un padre abituato a darsi al bere e a umiliarla e da una madre inerme e silenziosa, ha imparato a subire ma ad andare avanti con le piccole cose. In un paese del sud dove l’apparenza è ciò che più conta e le tradizioni sono legge, dove la rispettabilità non vede la violenza e le ingiustizie perpetrate da chi detiene il potere verso chi è meno fortunato e la figura femminile è ancora relegata ai margini, Maria si fa strada nella vita a testa bassa e con una muta determinazione, senza pretendere né chiedere. Il suo è solo amore, “nient’altro che amore”. Il modo che ha di accettare le cose così come si presentano, belle o brutte che siano, la rende capace di provare un amore e un affetto per gli altri dalla natura incondizionata, libero da vincoli e legami, bisogni e speranze. Il suo è amore privo di fronzoli e smancerie, concreto così come la terra, che Maria è capace di restituire al mondo nella stessa misura in cui a lei è stato negato. Quindi non è “nient’altro che amore” quello che nutre per tutti e sei i suoi figli, ognuno nato da altrettanti uomini che hanno incrociato il suo cammino.
Maria a’ zannuta, quella dai denti sporgenti, che non è bella ma che ha ru mele dint’i gamme, il miele tra le gambe, racconta la sua storia, ora che ha sessantacinque anni e cala la sera, lì sulla baia, mentre lei versa lacrime che da mezzo secolo non bagnano i suoi occhi. Solo che queste sono lacrime di gioia. Ai lettori scoprire perché.
“Nient’altro che amare”, l’opera di Amneris Di Cesare pubblicata nel maggio di quest’anno dalle edizioni Cento Autori, è un romanzo da leggere. Se ad incuriosire non bastasse la storia – che è resoconto crudo, lucido e realistico non solo della vita di una donna, ma di una donna che vive in uno spaccato sociale forse dimenticato ma ancora presente in molte realtà geografiche – occorre anche lodare lo stile dell’autrice, fresco e spigliato nel corso di tutta la narrazione e, per questo, estremamente coinvolgente. Ad aiutare e ad arricchire il racconto di spessore e vita è anche la scelta di riportare delle espressioni in dialetto, con le cadenze tipiche dei luoghi. Tuttavia, tra i tanti motivi che potrebbero spingere all’acquisto di questo libro, il più importante tra i tanti è che, semplicemente, vi piacerà.
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