Recensione: Irraggiungibile, di Matteo Zanini
Prendi in mano il libro di Matteo Zanini, inizi a sfogliarlo quasi per caso, cominci a leggere qualche stralcio del diario di Rosie e all’improvviso ti ritrovi catapultato nell’Inghilterra dell’ Ottocento, tra una contraddanza e una sala da tè, e più ti immergi nella lettura più ti aspetteresti di veder apparire all’orizzonte da un momento all’altro niente meno che Jane Austen.
Perché “Irraggiungibile”, romanzo d’esordio di questo giovane autore bergamasco, racchiude in sé fascino e stile austeniani: lunghe passeggiate in campagna, fredde serate passate in compagnia di fidati amici, viaggi inaspettati, nuovi sentimenti dal futuro ignoto.
Attraverso racconti, emozioni, notizie che la protagonista, Rosie Kate Wells, affida alle pagine del suo diario, il lettore approda nella verde cittadina inglese di Ilkley, dove le vite di Emily e John Spring, Philip Kingstone, Fabian Knight e della famiglia Wells si incontrano e scontrano per un anno intero, in un turbinio di gioie, dolori, piccole crisi di quotidianità famigliare, amori respinti, confusi, pieni di speranza.
Una trama ben costruita, che riesce a non cadere nel cliché del classico regency romance, pur rimanendo a metà strada fra le narrazioni di Georgette Heyer, il calore dei sentimenti di LouisaMayAlcott e l’arguzia della Austen.
Un romanzo epistolare che convince e immerge completamente nella lettura. E quando si volge l’ultima pagina (sempre troppo presto) si percepisce quasi la mancanza di quella prosa delicata e forbita che sembrava giungere direttamente dal passato.
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