In libreria: Opera orfana, di Amarela Queluz
Éros e thánatos, Amore e Morte, ingredienti esplosivi della letteratura, compagni di un impossibile gioco. Opera orfana (ed. Angolo Manzoni) si avvicina alle regioni ambigue in cui per un momento sembra che i due eterni rivali riescano a incontrarsi e a fondersi. Per esempio, su di un treno.
E inizia il viaggio di Lea, protagonista del romanzo e professoressa di letteratura, insieme al suo amante: lo Sconosciuto. Un viaggio che nella metafora parla di noi, di sensualità intense ed estatiche dolcezze. L’alcova sui binari è il talamo dove la passione supera il tempo e il luogo. Ma qual è la meta del viaggio?
Amarela Queluz (o Quieluz, secondo la grafia più antica) nasce a Lisbona nel 1950. Giovanissima si trasferisce in Italia, a Genova, dove studia Lettere Moderne e si laurea con una tesi sulla poesia erotica e sentimentale ispano-lusitana del ‘900. È collaboratrice editoriale esterna di alcune case editrici portoghesi, nonché autrice in spagnolo di alcuni autori della letteratura lusitana, come Serena Paz e Alfonso Cardoso da Silva. È impegnata da anni nella compilazione dell’edizione critica portoghese delle opere di Esteban Sebastian Laurentius, a cui è stata vicina negli ultimi anni della sua vita. L’autrice desidera non si sappia null’altro di lei.
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