Da maggio in libreria: Gli amanti di Bisanzio, di Mika Waltari
Gli amanti di Bisanzio (ed. Iperborea) è un grande romanzo storico sugli ultimi giorni di Costantinopoli, in cui una storia d’amore si fa racconto e simbolo dell’eroica resistenza di una città, prima della caduta dell’Impero Romano d’Oriente.
Maestro del romanzo storico, Mika Waltari compone il vivido racconto di un evento epocale, l’assedio e la caduta di Costantinopoli e del millenario Impero Romano d’Oriente nel 1453 ad opera dei turchi ottomani. A narrare nella forma di un diario gli ultimi mesi della capitale bizantina è Johannes Angelos, inquieto avventuriero, mercenario e mistico, disilluso e visionario, alla perenne ricerca di un’irraggiungibile pienezza, di un significato più profondo nell’esistenza. Nato a Costantinopoli, la sua vita è stata un continuo errare, dalla Francia a Ferrara, a Firenze, fino alla partenza per la crociata, alla prigionia turca e alla grazia ottenuta dallo stesso sultano Maometto II. Ma Johannes non resiste al grido d’aiuto della propria città sotto assedio e come rispondendo a una chiamata del destino fugge per andare a difenderla. Solo alla fine del romanzo, dopo aver combattuto strenuamente, affrontato i sospetti di essere una spia ottomana, nell’amara consapevolezza della sconfitta e della morte imminente, scoprirà di avere sangue imperiale ed essere in realtà il legittimo erede al trono. Nel precipitare degli eventi, l’ultima cosa che Angelos si aspetta è di rimanere folgorato dalla seducente Anna Notaras, nobildonna greca passionale e volubile, e di innamorarsi perdutamente di lei. Tra sanguinose battaglie e gli intrighi per il potere e la sopravvivenza di un regno allo sfascio, i due allacciano una tempestosa relazione segreta contro la volontà del padre di lei, il potente megaduca, comandante della flotta imperiale, che finisce per tradire Bisanzio e aprire una porta della città al nemico. Il tempo della passione e della speranza ha i giorni contati. L’impero, già simulacro di se stesso, abbandonato alla sua sorte dal papa e dalla cristianità, non può che contare su pochi aiuti veneziani e genovesi contro gli immensi eserciti ottomani. La sua capitale, perla del misticismo ormai in balia di corruzione, complotti e tradimenti, si sta sgretolando insieme alle sue possenti mura. Non c’è scampo per i due amanti, destinati a perire insieme all’ultima Roma.
Frutto di una scrupolosa ricerca storica, il romanzo è un affresco fedele, giorno dopo giorno, di un assedio feroce, di un’eroica resistenza, della caduta di un baluardo della spiritualità cristiana. Tutti i personaggi sono realmente esistiti a parte il protagonista, irresistibile eroe romantico, superiore coscienza degli eventi e della loro portata futura, erede e personificazione di un’intera epoca al tramonto. Storia, avventura, amore si uniscono a riflessioni di politica, religione e filosofia. La solitudine dell’uomo moderno, la decadenza dei valori in un mondo sempre più materialista, il contrasto tra la vanità delle cose terrene e i bisogni dello spirito, il conflitto di civiltà. E sopra tutto, un inesorabile senso di fine, di passaggio dall’età di Dio all’età dell’Uomo.
L’autore – Nato a Helsinki, Mika Waltari (1908-1979) è lo scrittore finlandese più conosciuto all’estero, tradotto in più di 25 lingue. Fu giornalista, critico e scrittore estremamente prolifico, capace di usare con dimestichezza vari generi letterari, maturando uno stile personale, brillante e ironico. Dopo la Seconda Guerra Mondiale affrontò i problemi dei grandi periodi di transizione in romanzi storici come Sinuhe l’egiziano (che è stato ed è un bestseller anche in Italia), Turms l’etrusco e Marco il romano, pubblicati in tutto il mondo spesso diventati kolossal hollywoodiani per il grande schermo.
Traduzione dal finlandese di Nicola Rainò.
Postfazione di Luca Scarlini.