In libreria: Il perché di tutto sommato, di Quim Monzó
Il perché di tutto sommato, ovvero un affresco sulla vita sentimentale di fine Novecento, un mostrario di relazioni emotive, un puzzle epicomico (cioè: epico e comico) in trenta puntate su gloria, incertezza e inganno dell’uomo di fronte alla Vita, alla Storia, alla Fiaba.
Una raccolta di racconti brevi, brevissimi e quasi-romanzi, che sviscerano grandezza e menzogna del rapporto tra uomo e donna; necessità e follia di un dialogo tra uomo e universo; vanità e ribaldamento di luoghi comuni, miti e fiabe tradizionali.
Corrosivo e crudo come solo lui sa essere, Quim Monzó, armato in questo caso della gioia della sintesi pura e di uno stile da maniaco del linguaggio, si impone come il più godibile e divertente narratore, non solo catalano, degli ultimi tempi.
Quim Monzó. Animatore di caustiche trasmissioni televisive, traduttore delle grandi voci d’America del secolo andato – Barthelme, Miller, Faulkner, Salinger tra gli altri, Quim Monzó è tra le persone e più amate di Barcellona. Ha dato una mano a Bigas Luna nella scrittura dei film più ispirati – come Prosciutto prosciutto – mentre per festeggiare la sua Catalogna, Paese ospite d’onore, ha aperto ufficialmente la Fiera di Francoforte del 2007 con una prolusione in forma di racconto. Ama il vino italiano, le parole in via di estinzione, le inchieste assurde: memorabile un suo Giro d’Europa in trenta aeroporto, con una sosta massima di due ore. I suoi racconti sono tradotti in una ventina di lingue, e i critici di tutto il mondo lo considerano fra i grandi scrittori degli ultimi decenni.
Traduzione a cura di Gina Maneri.
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