Il bello del lavoro ai tempi della crisi: ecco il White Book of Job
Il lavoro oggi, questo grande sconosciuto.
Parliamoci chiaro: non è il lavoro a mancare, ma piuttosto la sua valorizzazione in termini economici. E mentre ci troviamo tutti in cerca di un’occupazione che sappia restituirci il giusto, ecco che fa la sua comparsa un libro ben diverso da tutto quello a cui siamo stati abituati sino ad ora: il White Book of Job – il libro bianco del lavoro, un esperimento di scrittura collaborativa sul tema del lavoro. Sviluppato da Stefano Saladino e ideato grazie alla collaborazione con Vito Verrastro, il White Book of Job è un approccio del tutto nuovo rispetto a queste tematiche, orientato non a offrire consigli e raccomandazioni ma storie di vita che sappiano e possano dare ispirazione, creare un senso di condivisione e mostrare un lato umano che non sempre viene evidenziato, fatto di storie di vita, passioni e impegno. Certo non sfugge il rimando all’idea di Libro bianco, concetto ben noto sia a livello istituzionale che di marketing, e in questo caso la sottile ironia ha a che fare non soltanto col fatto che si tratta davvero di un libro del tutto bianco, intonso, che prenderà vita a poco a poco, ma anche con l’idea che sarà scritto dalle persone per le persone.
«Abbiamo pensato che si parla sempre del lavoro che non c’è e si dà ancora poco spazio alle esperienze, alle persone, che attraverso il loro vissuto possono essere di esempio e di sostegno agli altri – dichiara Saladino -. E allora abbiamo deciso di materializzarlo, questo vuoto, creando una sorta di tempo sospeso su carta che potrà essere riempito da microstorie, aneddoti, episodi, sfide, perché ognuno possa aggiungere un proprio personale tassello all’opera. E lo farà nella propria lingua, con la propria grafia, e quindi con la massima personalizzazione possibile, perché ognuno possa leggere quel pezzettino di vissuto e farlo proprio, in una condivisione atipica e arricchente».
Un libro basato sulla condivisione, ma anche sulla partecipazione attiva: copie in distribuzione in Italia e all’estero sono già state affidate a un “ambassador” che, dopo aver lasciato il proprio contributo sul volume in suo possesso lo potrà affidare a un collaboratore nuovo, in uno scambio continuo e libero in termini di tempistiche e desiderio espressivo e linguistico. Al termine del percorso, quando l’ultimo contributore avrà riempito l’ultima pagina, sarà suo compito riconsegnare la copia a Stefano Saladino. «Certo, abbiamo naturalmente messo in conto che non tutte le copie potrebbero tornare indietro – sottolinea Verrastro – ma in questa incognita c’è tutta l’imprevedibilità di un viaggio un po’ randagio che questa esperienza vuole rappresentare». L’imprevedibilità, certo, che presuppone da una parte il rischio di perdere alcuni pezzi per strada, dall’altra la speranza che le voci delle persone giungano a destinazione, trovando spazio e modo di farsi sentire; che le persone abbiano voglia di fermarsi un attimo e partecipare e mettersi in gioco, di esserci.
In questo modo esperienze presenti e passate, sogni, speranze e ricordi andranno a intrecciarsi per creare lo specchio di un’esperienza umana condivisa ma sempre differente, ben diversa da quella che è la triste e muta rappresentazione economica che viene sempre riportata in termini di fredde percentuali e numeri. Un’idea romantica, un po’ vecchio stile, che sfrutta però le nuove possibilità che le tecnologie offrono oggi per ampliare lo scambio e la visuale sul mondo. In questi termini, alle copie cartacee in viaggio per i diversi paesi si accompagnano i canali dedicati agli internauti: un progetto web (www.whitebookofjob.com) e uno social che è possibile seguire su Facebook, Twitter e attraverso l’hashtag #whitebookofjob.
Una volta riconsegnate le copie, potrà svilupparsi la seconda fase del progetto, caratterizzata da incontri di lettura, scambio e scoperta. Per tornare un po’ con i piedi per terra, conoscersi e poter proseguire il viaggio carichi di un bagaglio più leggero e allo stesso tempo molto, molto più ricco.
Per richiedere una copia o interagire con il progetto: info@whitebookofjob.com
Stefano Saladino è presidente dell’associazione culturale “Luoghi di relazione” e ideatore del Digital Festival. Vito Verrastro è giornalista freelance, ideatore di Lavoradio e del Jobbing Fest.
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