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Recensione: Charlotte, di Antonella Iuliano

Charlotte
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“Charlotte” è un romanzo fresco e passionale, scritto in maniera impeccabile da Antonella Iuliano. La storia è ambientata negli anni ’50 e narra di una ragazzina sedicenne che porta il nome del romanzo, Charlotte, che per caso, nella camera della madre, viene a conoscenza di uno dei classici della letteratura. Ha inizio così la sua passione per la lettura, che la porta in breve tempo a ‘divorare’ Cime tempestose.

Al termine di questa lettura così profonda la ragazzina comincia una ardua ricerca per scoprire quali altri libri siano firmati dalla stessa autrice di quel romanzo, Emily Brontë. Le sue ricerche la portano nel salotto della signora Cloe Adams, che le apre un mondo sulla famiglia Brontë e l’accompagnerà nella lettura degli altri testi nati dalle  tre sorelle di questa famiglia, e non soltanto. Charlotte si appassionerà alla letteratura e Cloe le proporrà di continuare a vedersi, creandosi in questo modo  il loro privato e piccolo circolo della lettura e ampliando sempre più la passione della ragazza per i classici.

In quel salotto della lettura Charlotte imparerà anche che l’amore è un impeto improvviso scoprendo il suo amore per Dylan, figlio della signora Adams, e che la sofferenza può svuotare ogni oggetto di significato o dargliene uno del tutto nuovo.

Il romanzo è commovente e sottolinea l’importanza della passione e dell’amicizia. Cloe e Charlotte, due persone sconosciute e appartenenti a due generazioni e mondi diverse, si incontrano e restano unite come sorelle e in quel salotto scrivono, leggono e si scambiano confidenze, riuscendo ad instaurare un legame tanto forte da fare di loro stesse le protagoniste di un romanzo.

Consiglio questa lettura agli animi romantici, agli appassionati di letteratura e a coloro i quali hanno uno spirito forte e che trovano sempre il coraggio di superare gli ostacoli che la vita riserva.

Marzia Giosa

Marzia Giosa è dottoressa in Arti e scienze dello spettacolo. Esperta di storia del teatro e di tutto ciò che appartiene alle arti performative, ha sviluppato il suo rapporto con la lettura in maniera trasversale attraverso i generi. Concilia il diavolo e l'acqua santa: ama i romanzi e i film del terrore quanto un testo di De Filippo, raccontare fiabe ai bambini quanto perdersi in un dialogo di Beckett. Cosa fa su MeLoLeggo? Recensisce libri, soprattutto quelli dalle note cupe e misteriose. Dice di non spaventarsi mai, ma stranamente non legge mai di sera...

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