Recensione: Forse una storia d’amore, di Martin Page
“Ho appena avuto un incidente”, disse Virgile.
“Ah! Che tipo di incidente?”
“Un incidente con la realtà.”
Virgile. Trent’anni, parigino, pubblicitario. Abituato da sempre a vivere una vita solitaria, umanamente misera, fatta di squallore autoindotto. Fino a quando la sua noiosa routine viene spezzata da un messaggio lasciato nella segreteria telefonica: è Clara, lo informa che la loro relazione non può continuare, è finita. E lì, in quel preciso istante, arriva per Virgile l’incidente con la realtà:
La separazione è paragonabile a un attentato meticolosamente elaborato, perché la bomba è piazzata nel nostro cuore: impossibile sfuggire alla violenza della deflagrazione.
Ma in questo caso, Virgile apprendeva di essere stato lasciato da una donna che non conosceva e con la quale, conseguentemente, non aveva avuto alcuna relazione. Subiva lo shock di essere respinto e al contempo stesso si rendeva conto dell’irrealtà della cosa.
Nulla potrebbe scuotere maggiormente la vita di Virgile che ritrovarsi a dover far i conti con il fantasma di una donna che per lui non è mai esistita. Chi è davvero Clara? Come fa a conoscerlo? Quando si sono incontrati? Quando hanno iniziato a frequentarsi… ma soprattutto: perché non si ricorda di lei?
Tra boulevard parigini, visite dallo psicanalista, test medici e tentativi raffazzonati di investigazione, Virgile coinvolgerà appieno il lettore nella sua vita così insulsa quanto realistica, così sarcastica quanto surreale.
Forse una storia d’amore, opera del francese Martin Page (già conosciuto al pubblico italiano per Come sono diventato stupido), vi farà sorridere con il suo protagonista, vi farà interrogare sul mondo grazie alle sue frasi profonde ma soprattutto vi farà riflettere, tanto, su ciò che è, ciò che potrebbe essere e ciò che sarà.