Recensione: LINCOLN, di Rick Geary
Molto si è detto di lui, forse anche troppo. La sua vita è stata analizzata, sminuzzata, ricostruita e presentata al pubblico moderno sotto ogni forma ed aspetto. Si è detto di lui che sia stato un grande uomo, un politico improvvisato, un precursore dei tempi, un massone e anche un cacciatore di vampiri ma ciò che, oltre ogni illazione, ancora oggi non può passare inosservato è il fatto che Abraham Lincoln rimanga, incontrovertibilmente, uno dei più amati Presidenti degli Stati Uniti di tutti i tempi.
Ricorrendo al linguaggio della graphic novel, in Lincoln (001 Edizioni) Rick Geary affida al disegno la narrazione degli ultimi mesi di vita del sedicesimo Presidente americano. Ricorrendo a una prosa composita, quasi interamente affidata alla descrizione esterna, tipica della cronaca nera, l’autore descrive con minuzia di particolari gli eventi che vanno dal 4 marzo 1865, giorno del secondo insediamento del presidente Lincoln, fino al 4 maggio 1865, data che segna la sua sepoltura nel cimitero di Oak Ridge, a Springfield. Tre mesi per raccontare una cospirazione, delinearne le origini, conoscerne i fautori, cercare di comprenderne le ragioni; tre mesi per descrivere un Presidente, un uomo ormai stanco, che ha cambiato gli Stati Uniti e che sente su di sé tutto il peso del futuro; tre mesi per parlare di un attentato che ha cambiato per sempre il corso della storia americana e di ciò che fu dopo.
Con un disegno energico, ricco di chiaroscuri, attento a dare peculiarità caratteriali e grafiche ad ogni personaggio, Rick Geary riesce nell’intento più importante, quello di rendere vivi tutti i protagonisti di questa storia. Perché in fondo John Wilkes Booth, Edwin McMasters Stanton, David Herold e lo stesso protagonista, Abraham Lincoln, altro non sono che questo: persone vissute realmente, uomini che hanno solcato la strade di Washington DC e che, in un modo o nell’altro, hanno cambiato il destino di una nazione.
“Se io venissi ucciso, potrei morire una volta sola, ma vivere nel terrore costante di venir ucciso, vuol dire morire giorno dopo giorno.”
Abraham Lincoln