Sidewalk Circus, di Paul Fleishman e Kevin Hawkes
È stupefacente come a volte basti una sola frase per creare un’intera opera letteraria. E tecnicamente il libro di Paul Fleischman e Kevin Hawkes, Sidewalk Circus (opera inglese, edita da Candlewick), altro non è che la rappresentazione grafica della quotidianità colta in piccoli frammenti apparentemente privi di importanza: un quartiere qualunque in una città sconosciuta e un uomo intento ad appendere a muri e facciate cartelloni pubblicitari riguardanti l’imminente arrivo del circo in città. Ma ciò che sposta l’attenzione del lettore dalla quotidianità alla magia nascosta, insita nelle vite che s’intrecciano ogni giorno senza accorgersene, è lo sguardo attento di una bambina, seduta ai bordi di questo palcoscenico inconsapevole, alla fermata dell’autobus. Attraverso gli occhi dell’attenta protagonista il lettore scoprirà un mondo inaspettato e affascinante, nel quale la mera routine cede il passo a un vero e proprio palcoscenico, un’inconsapevole circo di vite che si incontrano, si scontrano, si mancano, si librano nell’aria… come perfetti congegni di un orologio dal meccanismo ben oliato.
Una storia dolce e toccante che affida completamente all’immagine l’intera narrazione, attraverso tavole ricche di colori, ombre e dettagli narrativi. Un’opera senza lingua ed età, che riesce ad appassionare i più piccoli per le sue immagini accattivanti e a far interrogare gli adulti su ciò che il nostro sguardo percepisce ogni giorno mentre camminiamo nella città, ciò che perde e ciò che lega il nostro destino inconsapevolmente alle vite degli altri perché, come ha scritto William Shakespeare: “All the world’s a stage, and all the men and women merely players”.