Revival, di Stephen King
Un romanzo elettrizzante come un fulmine a ciel sereno, un finale epico sulle orme del grande H.P. Lovecraft. Il ritorno all’horror di Stephen King è decisamente in grande stile.
Stephen King è tornato. Ebbene sì, per chi avesse ancora qualche dubbio va ribadito il concetto: Stephen King è il re, e l’horror il regno dove domina incontrastato.
Dopo la parentesi thriller di Mr. Mercedes (Sperling & Kupfer, trad. di Giovanni Arduino), il maestro torna al suo genere preferito con Revival (sempre Sperling & Kupfer, trad. di Giovanni Arduino) e conferma che, dopo anni di successi e milioni di copie vendute in tutto il mondo, la sua vena creativa è tutt’altro che esaurita.
Revival è impostato più come un romanzo di formazione che un classico romanzo horror. La narrazione, infatti, segue tutta la vita del protagonista, Jamie Morton, da quando all’età di sei anni fa il suo primo incontro con il reverendo Charles Jacobs, figura emblematica che segnerà tutta la sua esistenza futura. Lo scenario iniziale dove si svolge la storia è ancora una volta il Maine, luogo ormai diventato cult dei libri di King.
Jamie è un bambino vivace e intelligente e tra lui e Jacobs si stabilisce subito una particolare empatia. La famiglia del giovane è tra le più devote della cittadina e si rende subito disponibile ad aiutare il reverendo appena arrivato in città. Jacobs ha una moglie bella e gentile di cui tutti si innamorano al primo sguardo e un bambino piccolo a cui è molto legato. Oltre a predicare il Vangelo, nutre una passione particolare per l’elettricità, grazie alla quale riesce a curare il fratello di Jamie da un grave problema alla gola. Il nuovo incarico del pastore però non dura molto: sconvolto da un incidente in cui perdono la vita la moglie e il bambino, Charles lascia la città e la fede dopo aver lanciato dall’altare della chiesa una predica infernale.
Jamie riesce ad affermarsi come chitarrista ritmico in diversi complessi musicali ma col passare degli anni l’eroina diventa sua compagnia inseparabile, fino a trasformarsi in una convivenza impossibile che lo avvicina sempre più all’autodistruzione. È in questo periodo critico che Jamie ritrova Charles Jacobs, non più predicatore evangelico ma ormai vero e proprio imbonitore da fiera che sfrutta la sua cosiddetta “elettricità segreta” per i suoi spettacoli. Jacobs aiuta Jamie a curare la sua tossicodipendenza ma subito dopo le strade dei due tornano a dividersi. La cura dell’ex reverendo fa sì che Jamie non avverta più nessun desiderio di drogarsi ma provoca nel giovane strane convulsioni involontarie. È solo molto dopo che Jamie scopre che quel potere che Charlie usa per curare le persone spacciandosi per un messaggero del divino lascia nei suoi pazienti degli effetti collaterali anche peggiori dei suoi, portando addirittura qualcuno al suicidio. Da questo momento in poi lo scopo di Jamie diventa quello di fermare l’ex-reverendo…
Il resto lo lascio alla curiosità del lettore ed è a dir poco esplosivo. Il realismo che ha caratterizzato tutta la trama lascia spazio a visioni fantastiche e inquietanti degne del miglior Lovecraft.
In questo libro Stephen King sembra quasi giocare con il lettore proponendo una storia quasi totalmente realistica, con pochi elementi legati al paranormale e sviluppata secondo lo schema del romanzo di formazione fino ad arrivare a un finale denso di incubi e deliri tremendi. Il protagonista narra le vicende in prima persona e sono gli avvenimenti di vita quotidiana di una persona normale, un americano medio cresciuto in una famiglia profondamente credente tra l’affetto di genitori e fratelli. La dipendenza, in questo caso dall’eroina, è un argomento affrontato spesso da Stephen King nei suoi libri in modo diretto, senza censure.
È proprio questo senso di immedesimazione che King riesce a creare con il lettore, insieme alla semplicità con cui racconta le storie e descrive i personaggi, uno dei motivi del suo grande successo. La società americana, con tutte le sue abitudini e ingenuità, fa da sfondo al romanzo raccontandoci una storia alternativa ma complementare ai personaggi. King descrive come pochi sanno fare sia tanto gli elementi ambientali che quelli psicologici: i profumi e i sapori di una piccola città del New England, le famiglie legate al reverendo locale con tutto il loro perbenismo e i loro pregiudizi, la capacità di suggestione di un santone qualunque che riesce a plagiare masse di persone con trucchi da circo e mistificazioni nemmeno molte ricercate, nonché la disperazione di chi, arreso ormai di fronte a una malattia incurabile, si affida a cure sperimentali ma pericolose.
La forza dei personaggi sta nella loro caratterizzazione straordinariamente efficace e umana, prima fra tutti quella dei due protagonisti, Jamie e Charles, che crescono e invecchiano seguendo il loro percorso, diverso ma in qualche modo collegato l’uno all’altro.
Eppure la maggiore potenza di Revival sta nel finale, che ritorna sui luoghi e i personaggi che caratterizzano l’inizio della storia e rivela il segreto di Charles Jacobs in tutta la sua spaventosa tragicità. Stephen King accompagna lo sguardo del lettore e lo proietta nell’oscurità, trascinandolo verso un esperienza metafisica come prima di lui avevano fatto solo E.A. Poe e H.P. Lovecraft. In riferimento a quest’ultimo non si può non cogliere, sopratutto nelle inquietanti pagine finali, l’omaggio di Stephen King a uno dei suoi più grandi maestri, che ha già ispirato e continua a influenzare intere generazioni di scrittori contemporanei.
Con Revival Stephen King è tornato ai livelli di eccellenza toccati con i suoi più celebri romanzi come Shining, It e L’ombra dello scorpione. Una perla da non perdere.