Nomi di donna, di Gianluca Pirozzi
Dicono che ogni libro abbia il suo tempo, così come ogni evento della vita, ogni incontro… ogni donna. Ma forse è soprattutto vero che ogni donna ha i suoi tempi. Come se non fosse mai la stessa, come se fosse in costante mutamento.
Potremmo dire che nel suo ultimo libro, Nomi di donna (L’erudita editore), Gianluca Pirozzi porta sulla pagina le storie di tante donne: donne giovani, mature, deluse, desiderose di riscatto… ma ciò che a una lettrice, anch’ella donna, salta agli occhi sin dai primi racconti, è come in realtà, dietro tutte quelle vite, dietro quei dubbi, quelle coincidenze, quelle decisioni, possa intravedersi l’ombra di una sola donna, in vari momenti della sua vita o nelle diverse strade da costei intraprese nel corso dei bivi che il destino pone innanzi, prima o poi. E come l’autore ripartisce le vite delle sue protagoniste in periodi temporali della giornata, così la lettrice di prima vede in quelle Clara, Monica, Diana e Agata la metafora di un’unica, sola donna che corre, costeggia in notturno il golfo di Alghero, lotta contro i suoi demoni, fugge da un futuro che fa paura…
Si è soliti sostenere che nessuno meglio di una donna possa tracciare i contorni dell’animo femminile. Questa volta invece a farlo è un uomo e lo fa egregiamente. Nei suoi tredici racconti Gianluca Pirozzi descrive sprazzi di vita di altrettante donne che iniziano a sfiorarsi all’improvviso, s’incrociano quasi per caso, si legano con il filo sottilissimo del tempo, sintomo di come dinnanzi a un buon osservatore l’animo umano abbia sempre una chiave di lettura accessibile, indipendente dal genere nel quale è racchiuso.