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Trilogia sporca dell’Avana, di Pedro J. Gutiérrez

Le storie “sporche” del Centro Avana svelano il volto più crudo di Cuba. Nei racconti di Gutiérrez tutto il fascino maledetto di un isola magica e tormentata.

Trilogia sporca dell'Avana
Trilogia sporca dell’Avana

La Trilogia sporca dell’Avana, riproposta dalle Edizioni E/O nella sua versione integrale, si divide in tre parti: “Senza niente da fare”, “Ancorato alla terra di nessuno” e “Sapore di me”. Le avventure picaresche del protagonista, Pedro Juan, accompagnano il lettore nei quartieri dell’Avana vecchia, in mezzo a un popolo di disperati che vivono di espedienti cercando di affrontare l’esistenza giorno dopo giorno.

Pedro Juan vive in un solar sulla terrazza di un palazzo fatiscente dove dall’unico bagno in comune fuoriesce un olezzo insopportabile. Ma si tratta di uno soltanto dei tanti problemi quotidiani che i protagonisti di questi racconti si trovano ad affrontare, tra i quali la fame la fa da padrone. Nella Cuba di inizio anni ’90, infatti, il sostentamento si è fatto sempre più difficile: tutti sono dimagriti, gli uomini sono sporchi e ossuti mentre le donne perdono capelli sempre più sfibrati. La maggior parte delle persone non ha perso l’allegria e la voglia di vivere tipiche di questi territori, ma alcuni non hanno neanche più la forza di reagire e altri tentano invece di scappare via dalle rive del Malecòn a bordo di equipaggi di fortuna.

Pedro Juan ha lasciato da tempo il suo lavoro da giornalista tira avanti svolgendo ogni tipo di mansione, anche ai limiti della legalità: da manovale a scaricatore di porto, da becchino a venditore di secchi di metallo. Le vicende surreali del romanzo si alternano a scene tragicomiche sempre in un contesto di assoluta marginalità. La miseria spinge le persone ad azioni inimmaginabili, mentre il fenomeno della prostituzione, soprattutto con i turisti, è un fatto all’ordine del giorno. Il sesso accompagna tutto il romanzo. Un sesso selvaggio, a volte delicato, altre volte violento, passionale o soltanto occasionale, ma spesso taumaturgico e liberatorio, come uno dei tanti riti descritti dall’autore. Altro elemento ricorrente è la religiosità intesa come spiritualità e superstizione, e spesso vengono descritti riti e divinità da ricondurre al fenomeno tipicamente sudamericano della Santeria.

Gutièrrez raccoglie la voce degli ultimi e la usa per raccontarne le storie con uno stile impetuoso, un tono talvolta cinico, descrivendo con dovizia di  particolari e senza nessuna censura anche le vicende più crude e scabrose. Un libro in parte autobiografico e quanto mai attuale, ideale per chi vuole conoscere l’Avana e il popolo cubano a partire dalla gente e dal vissuto. Dai racconti di Gutiérrez emergono tutte le contraddizioni della rivoluzione castrista e la mancata realizzazione dei suoi ideali.

A pochi mesi dalla morte del leader storico Fidel Castro, un libro forte e intenso da consigliare a tutti.

 

Salvatore Chianese

Salvatore Chianese è sociologo e vive e lavora a Napoli. Soffre di svariate “malattie artistiche”, in particolare una mania ossessivo compulsiva per la lettura, la musica e il cinema. Sin da bambino è attratto dal mondo dell’occulto, del mistero e dell’horror. È cresciuto ascoltando la musica dei Queen, per poi innamorarsi di Led Zeppelin, Black Sabbath, Metallica, Iron Maiden, Y.J. Malmsteen… insomma tutto il rock hard and heavy. Nutre una venerazione per Stephen King e E.A. Poe. Le letture che hanno segnato la sua esistenza sono Dracula di Bram Stoker, Il fuggiasco di Carlotto e Il conte di Montecristo di Dumas. Adora viaggiare, mangiare (tanto e bene) e l’isola di Cuba, la perla dei Caraibi. Cosa fa su MeLoLeggo? Legge, recensisce, critica ma, soprattutto, cerca di sedare le frequenti crisi di astinenza da libri.

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