SANTIAGO – La morte di Pablo Neruda, un caso ancora aperto
SANTIAGO (Cile) – A molti la data dell’11 settembre ricorderà istantaneamente gli avvenimenti del 2001; a chi ha buona memoria, invece, capiterà di ricordare anche un’altra triste vicenda molto più in là nel tempo. Si parla del 1973, anno in cui, in quello stesso giorno, vi fu il golpe che diede inizio alla dittatura militare di Augusto Pinochet in Cile dopo la forzata deposizione di Salvador Allende, neopresidente eletto dal popolo una manciata di giorni prima. In molti si chiedono ancora che cosa avvenne veramente al Palacio de La Moneda quando l’11 settembre Allende morì per un colpo d’arma da fuoco dopo uno straziante appello radiofonico al Paese: si sparò lui o venne ucciso dalle forze militari?
Dubbi si insinuano oggi anche sulla morte dell’apprezzato, amato e venerato poeta Neftali Ricardo Reyes Basoalto, meglio conosciuto come Pablo Neruda (nome che adottò in onore del poeta ceco Jan Neruda), che morì invece il 23 settembre, appena dodici giorni quell’infausto giorno. Si parlava di cancro alla prostata fino a non molto tempo fa, ma da qualche settimana il Cile ha riaperto il caso per far luce sulla vicenda che coinvolge uno dei più importanti poeti nazionali, che si sarebbe sicuramente dimostrata una presenza scomoda a quel violento regime dittatoriale. Un magistrato ha così ordinato a degli esperti di chiarire le cause della morte del premio Nobel per la letteratura, al tempo membro attivo del Partito Comunista.
“Dobbiamo chiarire qual era la sua anamnesi prima della malattia, prima di questo cancro”, ha affermato il giudice Mario Carroza. “Non appena avremo fra le mani la storia completa, saremo in grado di ottenere una decisione adeguata facendo solo uso degli esperti della scientifica”.