Else-Marie e i suoi sette piccoli papà, di Pija Lindenbaum
Else-Marie è una ragazzina come tante. Ma davvero come tante, tranne che per un particolare: non ha un papà.
Ne ha sette. Ben sette papà. E fosse solo questo.
I sette papà di Else-Marie sono piccoli come birilli, si somigliano così tanto da essere difficili da distinguere, e sono uomini d’affari. I suoi papà sono in viaggio per i loro affari dal lunedì al giovedì. Dai viaggi portano sempre qualche regalino ma, purtroppo, non possono giocare con lei perché troppo stanchi e perché hanno sempre una montagna di carte da mettere a posto. Unica concessione, la storia della buonanotte.
…Leggono una frase a testa, ma non riescono mai a tenere il conto di chi sia il turno. Se sento russare è perché uno dei papà si è addormentato, allora gli do un colpetto sulla spalla se tocca a lui leggere…
Nonostante la taglia ridotta, i sette papà di Else-Marie sono anche piuttosto severi. Le poche regole che impongono alla figlia sono, per loro, dei recinti invalicabili.
Lei trascorre quindi le giornate tra la scuola e la compagnia della madre, una donna del tutto normale – anche piuttosto corpulenta- che sembra gestire in tutta tranquillità la situazione un po’ anomala – sette mariti sono pur sempre sette mariti.
La ragazzina, un giorno, si accorge che una realtà che le sembra tutto sommato normale a viverla tra le mura domestiche, di fatto nasconde ben altri insospettabili insidie.
Infatti, il giorno che i suoi papà decidono di andare a prenderla all’uscita del dopo scuola, per lei comincia una piccola tragedia. Inizia a lavorare di fantasia, immaginando chissà cosa per paura che i suoi piccoli papà possano metterla in ridicolo, e che la situazione strana la faccia giudicare in modo del tutto particolare.
Come tutti quanti noi, allora, anche Else-Marie teme di essere considerata “diversa” dai compagni per questa particolarità, e inizia a comportarsi in maniera scontrosa, facendo di tutto per tornare a casa e allontanare il più possibile la situazione imbarazzante.
Scoprirà, però, una cosa che non si sarebbe mai aspettata.
E qui taccio, sennò – voi mi capite, no? Mi limito a scrivere che le cose spesso si rivelano meno gravi e oscure di quel che la nostra immaginazione ci porta a credere.
Pija Lindebaum è autrice completa, e ha sfoggiato nel 1990 questo piccolo gioiello – solo oggi portato alle stampe in Italia da Il Barbagianni editore con traduzione di Luca Buldini – in cui la storia semplice e originale attrae tantissimo anche per le bellissime illustrazioni, in uno stile ricco di dettagli che permette di evidenziare gli aspetti ironici e lo spirito con cui la narrazione va avanti. La voce particolare e schietta della piccola protagonista, poi, rende il tutto piacevole tanto che non ci si scolla dalla storia se non alla fine.
Inoltre, la storia di Else-Marie ci insegna che non bisogna aver timore dei giudizi degli altri, perché spesso è proprio il nostro pensiero contorto a renderci difficile la vita, e la realtà può essere meno crudele di quel che pensiamo.
Lettura dai 5 anni in su.
Appunto per quelli più grandi: restate un po’ bambini anche voi, e regalatevi questo libro. Non ve ne pentirete.