La Apple sotto accusa per la vendita di libri senza il consenso dell’autore
Zhu Jintai, scrittore cinese originario della provincia di Hunan e autore di un famoso romanzo di genere paranormale ambientato ai tempi della dinastia Qing (1644-1911), ha intentato causa alla Apple Inc per violazione dei diritti di proprietà intellettuale. “Il negozio delle applicazioni della Apple ha messo in vendita il mio romanzo senza avvertirmi o pagarmi”, ha affermato lo scrittore. Da novembre 2010, due mesi dopo la pubblicazione, lo scritto è stato venduto a 2,99 $ (circa 2 €) per copia scaricata online. I volumi cartacei stampati sono invece circa 50mila, venduti a 38,8 yuan ciascuno (circa 4,2 €). Lo scrittore chiede dunque alla Apple un risarcimento di 50mila yuan (circa 5.400 €).
“Tutto ciò che voglio è proteggere i miei diritti e far sì che si sappia pubblicamente delle violazioni del copyright da parte della Apple tra gli scrittori cinesi”, ha ancora affermato lo scrittore. Nel frattempo, il suo rappresentante legale ha dichiarato al Global Times di aver scritto alla Apple per informarli della violazione, ma di non aver ricevuto nessuna informazione utile sullo sviluppatore dell’applicazione così come da lui richiesto. “La Apple non ci ha fornito le cifre in riferimento ai download dell’applicazione, perciò è difficile determinare quanto Zhu abbia perso. L’operatore del negozio delle applicazioni non si trova in Cina, dunque raccogliere informazioni e preparare i documenti ha per noi un costo maggiore in denaro e tempo”.
L’associazione che si occupa del rispetto del copyright in riferimento alle opere cinesi supporta la decisione dello scrittore di far causa al colosso americano e ha dichiarato, in una dichiarazione al Global Times, di avere intenzione di investigare sul numero di scrittori cinesi coinvolti nei problemi di violazione da parte della Apple nei confronti degli scrittori cinesi. In caso il numero risultasse importante, sarebbe dunque opportuno aprire una causa collettiva.
Se da una parte le autorità statunitensi creano spesso pressioni su quelle cinesi per la protezione dei diritti di proprietà, ora la situazione pare ribaltarsi e richiedere un’azione più decisa da parte delle autorità cinesi. Nel frattempo, le difficoltà non sembrano essere poche, anche se si prevede che il processo dovrebbe aver luogo già a metà luglio.