Caduta in un gorgo di torbide passioni, di Miranda Martino
Nitida, sorprendente, lucida. La memoria ferma ripercorre i cambiamenti della sua vita e l’identità di un paese nel trascorrere degli anni. Miranda Martino firma Caduta in un gorgo di torbide passioni, titolo dell’autobiografia di un’artista indimenticata e frase di sua madre a un passo da quello che sarebbe stato un successo pagato da scelte mai facili.
Una scrittura fluente, scorrevole, come se il lettore potesse esserle davanti ascoltando lo scorrere dei ricordi che riportano quell’Italia dalle mille possibilità, quella del boom economico in cui potevi avere una speranza. E la speranza in una dimensione stretta è una montagna che può sembrare invalicabile. Un padre troppo rigido, una madre immensa a cui sembra impossibile avvicinarsi, farsi abbracciare dall’affetto e dalla comprensione, come a un passo dall’amore, sempre, quasi sfiorata.
Tanti spostamenti, tanto doversi riadattare ogni volta, tante liti, quando crescere significa voler dimostrare la propria identità. Sanremo sarà incontrare quelle fatidiche possibilità cui seguiranno verità scomode a cui la parola non si sottrae, e Miranda Martino non nasconde le sterilità di un mondo che sa essere crudele ed effimero. Non risparmia nomi, e non risparmia di rivendicare il diritto di essere se stessa nonostante le allusioni. Tanti corteggiatori per lei bellissima, pochi amori veri, due matrimoni, un figlio cresciuto tra l’amore e il senso di colpa del doversi dividere tra l’abbraccio e un lavoro da percorrere con tenacia, che assorbe, che ti porta via.
Quanto leva il respiro essere nel mondo, la fatica e la felicità, la colpa e il perdono, e quella frase emblematica: “Sei caduta in un gorgo di torbide passioni” quando forse sei solo obnubilata dalla ricerca di un abbraccio salvifico che ti riappacifichi e non ti imbrogli, che sia onesto e che non ti confonda. Rapporti strappati, che feriscono, che cambiano, tradimenti che lasciano indelebili segni. La Martino sembra vivere più vite. Come direbbero in una pellicola da cinema, tutte vissute pericolosamente, mettendosi in gioco, non risparmiandosi. Un bilancio forse con un solo rimpianto: quello di non aver dedicato abbastanza tempo all’amore filiale, come accade a troppe donne. A tante donne che, leggendo queste pagine, capiranno che spesso, dietro la luce di una diva, esiste una vita difficile come mille altre, di cui si può dire con semplicità: “tutto sommato, una vita interessante nonostante tutto”, con una miriade di fragilità in cui tante si riconosceranno.