Fragili omicidi per un commissario, di Nevio Galeati
Noir: Nero. Grigio. Riflesso giallognolo a irrompere.
La provincia dall’apparente monocromatismo ha tutti i riflessi del buio, ma è viva e pulsante, e Ravenna racconta strade di freddo che è nebbiolina tra le parole, attraversate dalla malinconia di storie che si incollano sebbene appaiano scollate, diventando cinque racconti che insieme compongono un unico romanzo.
Autore: Nevio Galeati, giornalista dalla scrittura che ha il pregio di evocare senza mai apparire finzione o costruzione effimera. Il sangue che scorre non urla come nelle fiction artefatte ma assomiglia alla realtà di certe cronache che s’infilano nei quotidiani, nel quotidiano, e diventa credibile che il filo si dipani da un luogo all’altro, da una vita all’altra, da Ravenna all’Avana.
Fragili omicidi per un commissario (Clown Bianco editore) è un’antologia di cinque racconti percorsi da un filo unico, quello dei due protagonisti, investigatore privato l’uno e dirigente della mobile di Ravenna l’altro, uomini che cercano di restare a galla prima che la nebbia soffochi. Salvare e salvarsi, necessità primaria che attraversa strade, vita, incoscienza. Così ci muoviamo per vie illuminate dalle auto in cui la vita è disfatta e incerta verso quella salvezza anelata dalla giovane prostituta col bisogno di fuggire dalla realtà di un marciapiede e di un prezzo da contrattare. Ci muoviamo per incontrare l’assassino incrociando atmosfere che si spostano e raggiungono altri luoghi, in un viaggio che non vuoi interrompere perché, in fondo, credi nell’umanità capace di allungarti una mano nonostante le ferite.
Ed è l’Umanità quella con cui il lettore si confronta tra i capitoli, tra le storie: Adriatica, Automobili, Colpevole, Appuntamento a La Habana, Il contrabbandiere. Un’unica antologia in cui ciò che attraversa inalterato le cinque storie è la resistenza, quella da cercare e vivere ognuno a suo modo, attraversando l’umida strada, fragile come chi la percorre, fragile come i fragili omicidi che attraversano queste vite che scarnificano l’animo umano, lasciandolo solo e nudo sotto il riflesso di quella luce giallognola della strada e della realtà più cruda.