Aadam ed Eeva, di Arto Paasilinna
Non so se Paasilinna possa essere tra le letture “ecologiche” di Greta Thunberg, ma di certo a me è sempre piaciuto il suo interesse per temi scottanti, spesso collegati con una visione naturalistica e sostenibile del mondo.
Se non sto prendendo cantonate, anche questo romanzo, uscito postumo in Italia, si va a incastonare in un tema condivisibile, anche alla luce delle annose discussioni su clima, natura, ambiente e catastrofi sulla porta di casa. E dire che la prima versione di questo romanzo è del 1993…
Il protagonista di Aadam ed Eeva (Iperborea, traduzione di Marcello Ganassini) è Aadam Rymättylä, inventore e imprenditore in una Finlandia in crisi economica, che è sommerso da debiti e pignoramenti, con ben sette figli avuti con tre donne diverse e una miriade di pretese di mantenimento che, ovviamente, lo mettono in ginocchio. Aadam è costretto a vivere nel capannone della ditta, seguitando in certi esperimenti per perfezionare un modello di batteria ultraleggera che possa lavorare senza consumare quasi niente. Una rivoluzione, insomma.
Peccato però che, nel corso di questi esperimenti, si verifichino esplosioni che finiranno per distruggere il capannone e far precipitare definitivamente sul lastrico il simpatico inventore.
Spesso, però, è un incontro inatteso a cambiare il volto delle cose. L’inatteso è l’avvocatessa Eeva Kontupohja, intraprendente professionista tendente ai tour etilici che si convince delle qualità di Aadam e decide di credere nel suo progetto e di promuoverlo adeguatamente.
La fiducia di Eeva si rivela ben riposta, perché il progetto conquista fonti di finanziamento che portano il buon Aadam e la socia ad arricchirsi a dismisura, divenendo benefattori – non solo a chiacchiere – e inanellando un successo dietro l’altro.
Tutta qui, la storia? Se lo pensate, non conoscete Paasilinna. Può un progetto così meritevole, innovativo, ma di certo penalizzante per chi ha raggiunto il potere utilizzando ben altre risorse – come petrolio, ecc. – restare senza conseguenze?
No di certo. Per cui occorre togliere di mezzo Rymättylä, rendere innocuo lui e il suo progetto. E di qui inizia una serie di colpi di scena, sottolineati dal solito arguto senso dell’umorismo che ha reso celebre e amato lo scrittore finlandese.
Aadam ed Eeva è un libro alla Paasilinna, scritto con linguaggio torrenziale che privilegia la narrazione secca ai dialoghi, dipingendo personaggi grotteschi con un’acutezza ironica che ribalta le situazioni così che potresti trovarti a ridere di un tentato omicidio, di un funerale o di una drammatica esplosione, e magari piangere in una scena d’amore.
Nella carovana di figure – anche macchiette, senza offesa – che accompagna Aadam lungo le pagine del romanzo non mancano per esempio il sensibile ufficiale giudiziario Juutilainen, che fa quel lavoro ma si interessa della sorte delle sue “vittime”, il killer Luigi Rapaleore – originario indovinate di dove? – o il tassista studente in medicina Seppo Sorjonen.
I romanzi di Paasilinna sono spesso scevri di vero romanticismo – la stessa convivenza tra Aadam ed Eeva non si sbilancia mai in amore, e alla fine apprenderemo che lei aspetta un figlio da Aadam ma non è l’unica – forse per non scondire la torta umoristica che prepara con approccio scientifico, cosa che gli permette di mantenere intatto il proprio stile e – credo – divertirsi nello scrivere.
L’umorismo nordico di Paasilinna, spesso didascalico – belle e mai noiose sono le sue trasvolate nei temi che affronta, con tanto di nozioni e dettagli – è a mio parere una delle poche ricette valide per sopravvivere nei tempi nostri. Tempi spesso molto, troppo seri, per potersi permettere una risata, o almeno un sorriso.
Eppure ci mancherà, negli anni a venire, uno come lui.
Non fosse altro che nella vita, sfido qualcuno a dimostrare il contrario, è sempre meglio ridere che piangere.