L’ultima pagina, di Susanna Schimperna
Un libro di quelli da scrivere, ma che in pochi avrebbero il coraggio di scrivere. Così definirei, in una battuta, L’ultima pagina di Susanna Schimperna (Iacobelli editore).
Un titolo che è l’atto finale dello scrittore, perché ogni libro si conclude con l’ultima pagina e ogni libro deve avere un’ultima pagina. Poi, per forza di cose, esiste la pagina finale, quella che tutti devono iniziare a scrivere ma che, spesso, resta quasi del tutto intonsa. Ci sono scrittori che vanno via lasciando opere incompiute, opere che avrebbero voluto vedere coronate di successo e che, incompiute, suscitano rammarico nel popolo dei lettori affezionati. Oltre questi, ci sono altri che vivono con turbamento continuo una vita più o meno breve, che cercano di fingere l’esigenza di un atto estremo, l’unico che sembra poterli mettere davvero in pace con se stessi e aprire un dialogo col mondo che li circonda.
Susanna Schimperna parla di questi scrittori, elenca profili di grandi artisti, chi osannato chi vituperato chi troppo tardi compreso. Vite difficili, vite all’apparenza piene di tutto, vite tormentate e vite vissute senza poter mai rivelare il vero se stesso all’umanità.
L’ultima pagina supera ogni prova, secondo me. Supera l’iniziale approccio di ritrosia di fronte a un argomento malinconico e duro come la morte, esaltando la vita e il pensiero degli artisti. Va oltre il mero elenco di opere cercando di leggere tra le righe, cercando di capire e spulciare i passaggi fondamentali dell’artista, perché ogni scrittore riversa nelle sue pagine un po’ o tanto di sé, e solo leggendole si può comprendere il suo pensiero, e in certi casi estremi vi si nascondono le ragioni apparentemente incomprensibili che condussero all’atto estremo.
Le ragioni?, qualcuno chiederà. Come in ogni essere umano, esse sono varie e tutte umanamente comprensibili. Da Salgari a Foster Wallace, da Woolf a Pamela Moore, da Pavese a Majakovskij, da Mishima a Hemingway ad Alesi. Personaggi stranoti e personaggi conosciuti soprattutto negli ambienti letterari, o troppo spessi tralasciati.
Schimperna possiede uno stile narrativo fresco, mai noioso, che conduce per mano la lettura, incuriosisce dosando opportunamente i riferimenti, i passaggi, gli estratti. Ne escono mini biografie mirate al comprendere i germogli della fine semplicemente leggendo tra le righe delle opere ma non solo, perché ogni vita narrata è anche un piccolo, significativo, atto d’amore per la letteratura e per l’umanità.
Perché uno si dedica solo agli scrittori e non ai pittori, o ai musicisti, per esempio, tra i quali pure abbondano vite troppo presto troncate? Lo spiega la stessa Schimperna:
“… La musica per alcuni può fare anche di più che tenere compagnia, può mutare gli stati d’animo come forse nessun libro, ma non è traducibile in parole, come non lo è la pittura. Con gli scrittori mi sento più a mio agio, e poi sono raccontabili attraverso estratti delle loro opere, passaggi che ho ritenuto così significativi da proporli qui …”
In conclusione, un libro che colpisce, insegna, scorre e incuriosisce. Magari, come è accaduto a me, alcuni degli autori li leggeremo con maggior simpatia perché abbiamo amato i loro scritti, altri li scopriremo solo tra queste pagine e magari ci incuriosiranno al punto che cercheremo di procurarci i loro lavori, altri ancora non ci colpiranno particolarmente. Ma quella sarà soltanto una questione di gusto e lì nessuno può farci nulla.
L’ultima pagina è un lavoro originale e dagli intenti perfettamente raggiunti e, se vorrete credermi, vi auguro buona lettura.