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La ragazza senza nome, di Elda Lanza

Non conoscevo Elda Lanza, lo ammetto.

Colpa? Distrazione? Una mole di libri letti e da leggere che potrei costruirci un’altra muraglia? Di tutto un po’, diciamolo.

La ragazza senza nome

Una piacevole scoperta, comunque. Una lettura che è scivolata via con una leggerezza che non deve fare per forza il paio con la superficialità, con la frivolezza. Una lettura seria, un libro abilmente scritto senza fronzoli né inutili ridondanze in cui anche la presenza di un delitto, di un fatto violento, diventa accettabile.

Dritto al cuore, al centro della scena. E la scena si apre a Napoli con il ritrovamento del cadavere di una giovane donna nella roggia di Sanpietro. Un donna sconosciuta, ritrovata da un povero cristo che si azzarda a rovistare tra i rifiuti e per poco non ci resta secco. La prima a fornire degli elementi su questa donna è Beatrice Longoni, che va nello studio del protagonista avvocato Max Gilardi per svelare quanto sa e anche perché Gilardi l’affascina troppo, “…vi ho visto in televisione e mi avete fatto simpatia…” o anche “…così alto e biondiccio non ce l’avrei detto mai. Parete un attore americano…”.

Questo è solo l’inizio di una storia che s’ingarbuglia subito, prima perché nessuno pare stia dicendo la verità e poi perché le cose davvero si mescolano e si complicano. Oltre al fatto che ben presto cominciano a prendere una brutta piega e anche il ritmo diventa incalzante.

Chi è interessato alla povera ragazza? Quale segreto porta con sé da mettere in moto tanta gente, buona e cattiva?

L’avvocato Gilardi, coadiuvato dalla sua squadra di collaboratori e dall’azione dell’ispettore Roberto Scalzi, riuscirà alla fine a scoprire e incasellare tutte le tessere di un mistero la cui soluzione è legata a cose e fatti accaduti all’estero ma anche a miseri e squallidi personaggi locali e ci vorrà molta buona volontà per mettere insieme tutti i pezzi del puzzle.

Elda Lanza, giornalista, scrittrice e conduttrice televisiva, ci ha lasciati nel novembre del 2019 con una eredità di un pugno di libri in cui spicca uno stile fresco, scorrevole e non noioso, prevalendo a luoghi un buon gusto per i colpi di scena e in altri una certa ironia e una evidente umanità. I personaggi, ben tratteggiati, sono concreti e conferiscono un tono originale alle trame, sempre ben ordite.

Se non avete ancora chiuso l’ombrellone, e avete voglia di una buona lettura, vi consiglio caldamente questo La ragazza senza nome, Salani editore.

Davvero.

Enzo D'Andrea

Enzo D’Andrea è un geologo che interpone alle attività lavorative la grande passione per la scrittura. Come tale, definendosi senza falsa modestia “Il più grande scrittore al di qua del pianerottolo di casa”, ha scritto molti racconti e due romanzi: “Le Formiche di Piombo” e "L'uomo che vendeva palloncini", di recente pubblicazione. Non ha un genere e uno stile fisso e definito, perché ama svisceratamente molti generi letterari e allo stesso tempo cerca di carpire i segreti dei più grandi scrittori. Oltre che su MeLoLeggo, scrive di letteratura sul blog @atmosphere.a.warm.place, e si permette anche il lusso di leggere e leggere. Di tutto: dai fumetti (che possiede a migliaia) ai libri (che possiede quasi a migliaia). Difficile trovare qualcosa che non l’abbia colpito nelle cose che legge, così è piacevole discuterne con lui, perché sarà sempre in grado di fornire una sua opinione e, se sarete fortunati, potrebbe anche essere d’accordo con voi. Ama tanto la musica, essendo stato chitarrista e cantante in gruppi rock e attualmente ripiegato in prevalenza sull’ascolto (dei tanti cd che possiede, manco a dirlo, a migliaia). Cosa fa su MeLoLeggo? cerca di fornire qualcosa di differente dalle recensioni classiche, preferendo scrivere in modo da colpire il lettore, per pubblicizzare ad arte ciò che merita di essere diffuso in un Paese in cui troppo spesso si trascura una bellissima possibilità: quella di viaggiare con la mente e tornare ragazzi con un bel libro da sfogliare.

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