Febbre da fieno, di Stanislaw Lem
I gialli si reggono su meccanismi perfetti, o all’incirca. Senza questi dettagli di incastri e domande e soluzioni – spesso più di una – nessuna trama potrebbe reggere. Specie se sotto l’occhio attento ed esperto del lettore incallito, oggi che è più difficile ritrovare gocce di originalità in tutti i generi, figurarsi nel giallo.
Febbre da fieno di Stanislaw Lem, tradotto da Lorenzo Pompeo e stampato in Italia per Voland, è una detective story che gioca su questi dettagli in modo serio e preciso. Un astronauta in pensione si ritrova coinvolto nelle indagini che riguardano una serie di morti misteriose che ruotano intorno a un albergo a Napoli e un centro termale. Per risolvere l’enigma che vede numerose vittime all’apparenza non collegate da alcun filo invisibile, l’uomo si fa convincere a ripercorrere le tappe del viaggio di una di esse. Questo viaggio lo porta a spostarsi tra Napoli, Roma e Parigi, in un crescendo di situazioni in cui rischia lui per primo a causa di motivazioni che scopre solo grazie alla casualità.
Alla fine, si giungerà alla soluzione del mistero ma il pregio del libro non sta solo in questo ma nel fatto che si giunge a ciò allontanandosi dai canoni classici per una lettura certamente più sperimentale.
Lem prova a giostrare con i dettagli, con gli indizi, con le situazioni, riuscendoci benissimo. Infatti, egli mette in opera diffusamente nel testo un meccanismo di causa–effetto tipico di molte situazioni della scienza ordinaria.
L’approccio scientifico, fondamentale in quanto componente della radice fantascientifica del romanzo, fa porre delle domande. Per esempio, il collegamento di tanti piccoli dettagli all’apparenza insignificanti, può essere sempre ipotizzato o bisogna escluderlo? È il caso a governare il mondo che ci circonda o siamo noi, con le nostre azioni, a operare scientemente modifiche a esso?
Lem sembra divertirsi a rompere in mille pezzi il giocattolo per poi riprovare a ricomporlo a poco a poco, pezzo dopo pezzo. E il risultato è, sorprendentemente, quanto di più prossimo a una vera indagine che analizzi tutti gli aspetti e permetta di operare ipotesi, costruire percorsi deduttivi fino ad arrivare alla soluzione più probabile.
Stanislaw Lem è stato uno dei più importanti e influenti scrittori di fantascienza e lo è stato soprattutto per la sconfinata cultura, il profondo tatto filosofico e il confronto tra l’uomo, la sua mente e l’entità spazio. In Solaris, forse la sua opera più famosa, mette il lettore di fronte all’idea di un mondo governato da leggi che il lettore stesso, così come i protagonisti e quindi ogni essere umano, è destinato a non comprendere mai del tutto. E un tale approccio è vivo e satura le pagine di Febbre da fieno.
Un libro, per inciso, che raccomando fortemente a chi ama porsi delle domande e a cercare le possibili risposte. Senza pretendere di conoscere dal principio la strada giusta per arrivarci.