Cuore di polvere, di Stefano Mazzesi
C’è un filo sottile come un rivolo di sangue che segna una strada che attraversa il tempo, un filo sottile che sembra voler indicare percorsi, scovare ragioni, trovare un colpevole, urlare verità, tirare in ballo volti e storie. Passa intorno a tre corpi la cui vita si ferma in modo violento, brutale, alla distanza di un giorno l’uno dall’altro; disfatti, slacciati come pezzi di un puzzle da mettere insieme.
Tre bigliettini accompagnano le orrende visioni ricostruite in luoghi non casuali: le tre porte principali di Ravenna. C’è una spiegazione per ogni cosa, come fosse un dito puntato che non riesci a scorgere nel buio, e scovare questa spiegazione spetta a Michele Rio, speaker radiofonico già incontrato in Mare Bianco che Stefano Mazzesi ha voluto riportare ai suoi lettori come in una promessa mantenuta.
Rio avrà accanto l’amico giornalista Lucio Liberatore, e con lui percorrerà le strade che nascondono una verità che pulsa sotterranea da vent’anni e lega vittime e carnefici, obnubilata dalla polvere tossica di un rumore di fondo che non è la colorata musica romagnola. Qui, tra queste strade scorte tra le pagine, c’è una piaga purulenta infestata dall’eroina che ha ingoiato le sue vittime e lasciato ogni volta in vita un uomo solo, Loris, discendente della famiglia Magnani, conosciuta come sovrana del liscio.
È questo il volto musicale e potente che si fa strada nel nostro immaginario: la famiglia Magnani, celebre e intoccabile fino al diciottesimo compleanno di Loris, giorno che si trasforma in tragedia quando un gruppo di persone armate si presenta all’improvviso uccidendo otto persone, compreso il patriarca. Il rivolo di sangue diventa cascata e comincia ad attraversare il tempo intrecciando gli anni, devastando le vite di tutti, quelle di ieri, quelle di oggi, e travolgendo senza speranza chi cerca di seguirne le tracce. In tutto questo, Rio proverà a tenere insieme le fila di una vita che gli sfuggirà dalle mani in nome della verità.
Burattinaio che decide i destini di tutti, Stefano Mazzesi costruisce intricate trame che il lettore attento amerà dipanare cercando di non restare soffocato nella rete di un passato amaro segnato dalla sete di potere che in certe mani umane non trova pace né fine e che si diverte a giocare con la sorte di chi resta a chiedersi chi vinca su cosa. Forse tutti, forse nessuno.