La principessa Lucciola, di Fabrizio Silei e Serena Viola
La principessa Lucciola (Edizioni Corsare, 2014), è un poetico racconto che parla con estrema delicatezza di Vita, di Morte, e dell’Amore che continua dopo la dipartita di qualcuno.
Fabrizio Silei, l’autore, ci narra le giornate di fine estate trascorse a casa della nonna attraverso gli occhi di una bambina che ha perso la madre. Racconta cosa significhi la mancanza di qualcuno e la ricerca di una spiegazione a questa assenza: un pensiero che, ad intermittenza come la luce emanata dal corpo di una lucciola, si fa spazio nella mente della bambina. La piccola vaga per il bosco attorno a casa della nonna, interrogando gli animali che incontra, cercando un senso al vuoto di una vita che manca, nonostante la continuità del tempo, delle stagioni che si susseguono, e di tutto il resto che sembra rimanere invariato.
Durante l’estate il grillo ha generato i suoi figli, il prossimo anno lui non ci sarà, ma la vita continuerà come prima. “E se nessuno muore, nessuno nasce”. Dal canto suo, invece, il merlo dice che non c’è spiegazione al perché alcuni se ne vanno prima di altri, e che semplicemente succede, è la matematica delle probabilità.
La principessa Lucciola è forse la personificazione di un ricordo che presto svanirà con il cambio di stagione, ma è anche la stessa bambina che si vede come la continuazione di una madre che non c’è più.
Le illustrazioni che accompagnano questo toccante testo sono un’immersione di sensazioni visive ad opera di Serena Viola. Lo stile pittorico a volte astratto e ricco di texture dell’illustratrice riesce a generare dettagli che ci immergono nell’ambiente della storia e ci fanno vedere il mondo della piccola principessa attraverso la lente giocosa dell’infanzia. Le pagine illustrate a tutto campo lasciano le giuste pause alla narrazione testuale per accrescerne il significato ed essere assorbite dal lettore.
Con questo delicato albo illustrato, Fabrizio Silei e Serena Viola ci fanno sentire che le assenze del tempo possono permanere sempre come presenze grazie all’amore di chi rimane.