Harry Potter e il calice di fuoco, il libro non è un plagio
La denuncia per plagio nei confronti di J.K. Rowling era stata mossa nel 2004 da Paul Allen, amministratore fiduciario dell’asse patrimoniale di Adrian Jacobs, autore del libro “Willy the Wizard” da cui, secondo l’istante, sarebbe stata copiata la trama per il quarto libro della saga di Harry Potter: “Harry Potter e il calice di fuoco”. La corte di appello, nella persona di Justine Kitchin, ha ordinato lo scorso marzo a Paul Allen il versamento di 1.5 milioni di sterline in tre rate, la prima delle quali sarebbe dovuta essere stata versata entro le 16.00 di venerdì scorso, quale garanzia per il 65% delle spese già affrontate dalla Rowling e dal suo editore Bloomsbury nel corso della diatriba giuridica. In caso contrario il caso sarebbe stato considerato chiuso.
“Non hanno versato il denaro alla corte. L’intera faccenda è uno scandalo, si è protratta per sette anni. Un caso ridicolo”, ha affermato l’avvocato David Hooper, un partner dell’ufficio legale Reynolds Poter Chamberlain, che rappresentava Bloomsbury.
Secondo la Rowling l’accusa di plagio non era solo “infondata, ma assurda”, e già aveva dichiarato di non aver nemmeno mai visto il libro in questione se non quando la questione era stata sollevata nel 2004. “È stata persa un’enorme quantità di tempo per difendersi da questa denuncia, quando a noi era piuttosto chiaro fin dal principio che non aveva speranze di successo”, ha affermato l’avvocato della scrittrice Gideon Benaim, partner dello studio legale Schillings.
La stessa denuncia era stata già rigettata negli Stati Uniti, dove un giudice della corte distrettuale di New York aveva affermato: “Il contrasto tra l’idea e l’atmosfera delle opere è così netto che un qualsiasi paragone tra le due oltrepassa l’ingenuità”. Al di là del numero di pagine (734 per “Harry e il calice di fuoco” e 16 per “Willy the Wizard”), il giudice aveva inoltre fatto riferimento ad una abissale differenza per messaggio morale e profondità intellettuale. Max Markson, portavoce per l’istante, ha dichiarato che “il caso è morto, per adesso”. Potrebbe essere sollevato nuovamente? “Sì, in un altro Paese, in un’altra giurisdizione”, ha aggiunto.