Europeana. Breve storia del XX secolo, di Patrik Ourednik
Europeana. Breve storia del XX secolo racconta il Novecento in centosessanta pagine e si legge in un’ora e mezzo, due, più o meno.
L’ha scritto Patrik Ourednik, scrittore ceco nato nel 1957 ma che vive a Parigi dal 1983.
Questo libro non è un saggio, non è un romanzo, tanto meno un trattato. Innanzitutto la lettura è scorrevole, si legge appunto in poco tempo e dall’inizio si giunge alla fine senza interruzione. È un libro che non concede interruzioni, in senso letterale, nel senso che è scritto senza virgole, senza punti, senza punteggiatura alcuna. A partire dal 28 giugno 1914, con l’uccisione a Sarajevo dell’erede al trono d’Austria-Ungheria, la storia del Ventesimo secolo si sussegue rapida. Ai fatti succedono altri fatti, accostati acriticamente, senza giudizi: guerre, genocidi, bombe atomiche, l’invenzione del reggiseno o della Barbie, Scientology, l’eugenetica e internet. Dettagli fuorvianti, sono accostati ai pilastri della storia ufficiale. Il nostro passato prossimo corre sotto i nostri occhi come un flusso di coscienza, o di consapevole incoscienza, dove contano solamente i fatti. Assenti le idee e le opinioni, l’autore monta un evento dopo l’altro con acriticità, restituendo un’impressione straniante e un poco surreale del Novecento.
Europeana è un capolavoro di sintesi, una storia priva di virgole, in cui eventi, immagini, cifre, parole e dati si rincorrono, e all’uomo, pare, non rimane nemmeno il tempo per pensare.
Essenziale e semplice, il libro si fa leggere velocemente, calamitando l’attenzione del lettore e facendo emergere l’idiozia e la presunzione che in un certo senso hanno dominato il Ventesimo secolo.