Nuova uscita per et al./Edizioni: Il mondo dopo la fine del mondo, di Tommaso Ariemma.
È il 1964 e Marshall McLuhan annuncia che il mondo è finito: imploso, per opera dei mass media. Le distanze spaziali hanno perso il loro senso e il pianeta diventa un villaggio globale, dove tutti sono in grado di identificare l’altro. Quasi contemporaneamente, Arthur C. Danto, in contemplazione delle Brillo Boxes di Andy Warhol, annuncia l’inizio di un nuovo mondo, quello dell’arte contemporanea, ovvero dell’arte che nega se stessa.
Negli anni successivi e in modo differente l’arte più radicale e la Rete offriranno nuovi universi, un proliferare di altri mondi sempre più autoreferenziali, saturi di informazioni sul mondo stesso, avviando due differenti processi: uno di disidentificazione e uno di identificazione estrema. Con la comparsa del più grande archivio virtuale, Facebook, è ancora possibile possedere un’identità? Che sia allora l’arte contemporanea l’unico mondo ancora rimasto, l’unico dopo la fine del mondo?
Con gli strumenti della filosofia – ma soprattutto della pop filosofia – Tommaso Ariemma ci conduce attraverso mostre, scandali, vampiri e rivoluzioni tecnologiche all’interno di un campo dove Facebook e l’arte contemporanea rappresentano due modi opposti di mostrare cose e persone e dove ne va della nostra identità e dell’amicizia con l’altro.
L’autore. Tommaso Ariemma vive tra Napoli e Lecce, dove insegna Estetica presso l’Accademia di Belle Arti. Si definisce un filosofo “pop” ed è un attento osservatore della cultura di massa. Ha tenuto un ciclo di incontri chiamati “Trip filosofico”, nel 2010 ha diretto il primo Festival del Pensiero Emergente e ha un blog, Ariemma.wordpress.com. Fra le sue ultima pubblicazioni: L’estensione dell’anima. Origine e senso della pittura (2009); Logica della singolarità. Antiplatonismo e ontografia in Deleuze, Derrida, Nancy (2009); Immagini e corpi. Da Deleuze a Sloterdijk (2010); Contro la falsa bellezza (2011).