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Mi chiamo Irma Voth, di Miriam Toews

Mi chiamo Irma Voth

“Mi chiamo Irma Voth” è il nuovo romanzo di Miriam Toews, scrittrice-rivelazione del panorama letterario canadese degli ultimi anni. Tradotto in italiano da Daniele Benati, è l’ultima novità proposta dalla casa editrice Marcos y Marcos.

Il titolo, “Mi chiamo Irma Voth” (solo “Irma Voth” nell’originale) sembra già una presa di posizione, una dichiarazione d’intenti. Irma Voth si presenta, racconta la sua storia e il suo mondo, spersa com’è in mezzo al deserto del Messico dopo che Jorge, suo marito, se n’è andato lasciandola sola in mezzo a quella vastità di terra e cielo, nel campo 6.5. Certo, i suoi genitori, sua sorella minore e due fratellini ancora più piccoli abitano nella fattoria lì accanto ma, dopo che si è sposata con un messicano a soli 18 anni, i rapporti con loro si sono fatti tesi. Sono mennoniti, non hanno l’abitudine di prendere contatto con persone che non appartengono allo stesso credo, che non rispettano le stesse tradizioni e non condividono un comune stile di vita. O almeno così la pensa suo padre e, di rimando, è così che deve pensarla il resto della famiglia.

La presentazione di Irma è il principio, un sassolino lanciato forse per caso, ma con decisione, che rappresenta il primo piccolo passo che questa giovane ragazza compie per cercare sé stessa come persona, come essere umano. A volte neanche il cielo trapuntato di stelle e la natura attorno a lei sembra diano ascolto ai suoi pensieri, sola com’è a porsi domande, a nutrire speranze e a cercare nella linea dell’orizzonte il ritorno di quel marito che se n’era andato, “ma prima di partire mi ha donato una torcia elettrica nuova fiammante con batterie tripla C e gliene sono riconoscente perché questo è un angolo di mondo molto buio, un angolo buio e nero come la pece”.

Solo che Irma conosce lo spagnolo, l’inglese e il basso tedesco, e quando incontra Diego, il regista che ha deciso di girare un film proprio lì in mezzo al nulla, dove vive lei, ecco che la riconosce come la persona perfetta per poter lavorare come interprete sul set. Non solo viene così coinvolta nelle riprese di un lungometraggio, non solo inizierà a confrontarsi con molte altre persone, tutte reduci dal proprio personalissimo passato, ma comincerà anche ad avere un suo ruolo e tutti i compiti che questo comporta, anche quello di filtro tra le persone, di detentrice dei loro segreti e, perché no, in un certo qual modo di regista delle emozioni.

Mentre ciò che accade dentro e fuori dal set trasforma quel sassolino lanciato per caso in una valanga interiore, tanto potente quanto naturale, Irma si troverà a cambiare, a crescere e, suo malgrado, a prendere in mano le redini tanto della sua esistenza quanto di quella delle proprie sorelle. Imparerà, soprattutto, che non bisogna esser pronti a morire, né essere pronti a vivere, ma occorre essere pronti “a morire a forza di provarci”.

Alice de Carli Enrico

Alice de Carli Enrico è traduttrice e giornalista freelance. Ha cominciato a leggere romanzi all'età di 8 anni e non ha più smesso. È appassionata di scrittura e lettura, dell'uso corretto della lingua italiana, di viaggi lunghi ed economici, del suono delle parole e di mari in tempesta. Ovunque vada porta sempre un libro con sé, l'unico oggetto in grado di renderla quieta anche nelle più improbabili situazioni. Cosa fa su MeLoLeggo? Scrive recensioni, dirige le pubblicazioni, revisiona racconti e romanzi dando la caccia all'errore con la meticolosità di un cecchino (a volte gli stessi scritti tremano dalla paura). Lavora tanto e consuma poco: necessita solo di una coperta, un divano e ovviamente un libro.

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