In libreria: La solitudine del maratoneta, di Alan Sillitoe
La solitudine del maratoneta, uno dei grandi capolavori del realismo inglese contemporaneo, deve la sua fama in parte a una suggestiva trasposizione cinematografica di Tony Richardson, ma soprattutto allo stile innovativo, e ancor oggi modernissimo, della scrittura di Sillitoe. Il racconto che dà il titolo alla raccolta è un lungo e inarrestabile fiume in piena di sessanta pagine che ripercorre, al ritmo dei suoi passi durante una gara di maratona, i pensieri agitati del protagonista. Colin Smith, un giovane scapestrato rinchiuso in un riformatorio, di cui il direttore dell’istituto ha intuito e incoraggiato il talento sportivo, continuerà a chiedersi a ogni passo della sua gara per chi o per cosa stia correndo, trovando l’unica risposta possibile a un passo dal traguardo, che non raggiungerà mai.
«Sillitoe non dimentica mai che per scrivere libri bisogna prima vivere la vita».
Paolo Giordano
«Uno dei cinque racconti più belli che io abbia mai letto».
Antonio D’Orrico, Corriere della Sera
«Racconti bellissimi, densi di umanità. Pagine di grande analisi psicologica e terribile ironia».
Irene Bignardi, Vanity Fair
L’autore. Alan Sillitoe (1928 – 2010) nasce a Nottingham, in Inghilterra. Dopo le prime opere (Leonard’s War, The Lost Flying Boat e The Widower’s Son), caratterizzate dall’esperienza militare dell’autore, pubblica nel 1958 Saturday Night and Sunday Morning; nel 1959 esce la raccolta The Loneliness of the Long-Distance Runner /La raccolta, che gli vale l’Hawthornden Prize. Le tematiche del mondo operaio e della guerra sono comunque rintracciabili in tutti i suoi più noti scritti: da Il generale(1960), suo secondo romanzo, fino al più recente Raw Material, raccolta di saggi semi-autobiografici. Alan Sillitoe muore a Londra il 25 aprile del 2010.
Traduttore dall’inglese: Vittorio Mantovani.