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Intervista a Grazia Cavasino su “Il Tao dell’acquerello. Considerazioni per una vita a regola d’arte”

Il Tao dell'acquerello, considerazioni per una vita a regola d'arteIl libro di Grazia Cavasino, “Il Tao dell’acquerello. Considerazioni per una vita a regola d’arte”, è un piccolo libro che, pur contando solo 60 pagine, attira l’attenzione.

Si pone come obiettivo, nel suo dispiegarsi, la semplice indicazione di come educare il proprio sentire perché possa essere espresso attraverso l’arte dell’acquerello. Paradossalmente descrive e trasmette una percezione del mondo e del vivere così intensa e toccante da rasentare la bellezza della poesia. O di una pittura ben eseguita.

L’autrice, disponibile e affabile, ha accettato di rispondere a qualche domanda per MeLoLeggo.it.

Com’è nata l’idea di scrivere un libro o, meglio, questo libro?

«Scrivo da molti anni, anche se solo ora sono riuscita a pubblicare qualcosa, e ogni esperienza significativa si trasforma in un libro. Quando nel 2001 ho cominciato a dipingere ad acquerello, ho notato che c’erano delle costanti che ogni volta mi lasciavano stupefatta. Da neofita, ho cominciato ad annotare tutte queste costanti e fin da subito ho notato che ciò che vedevo nella pratica della pittura si poteva applicare alla vita di tutti i giorni. Ci sono voluti cinque anni di annotazioni per scrivere questo libro, che però ho scritto in quattro mesi».

Qual è il suo rapporto con l’arte in generale e con l’acquerello in particolare?

«Sono una grande appassionata d’arte. Quando ero piccola passavo interi pomeriggi a sfogliare i libri dei grandi musei – il Louvre, gli Uffizi, il Prado… Quando sono andata all’università ho studiato storia dell’arte e mi sono laureata su William Blake, un grande poeta e un grande pittore che si è diviso equamente tra colori e parole.
Tuttavia non ho mai pensato di poter creare qualcosa io. Ho sempre guardato all’arte come a qualcosa di sublime a cui io potevo accedere solo come fruitore. Ho cominciato a dipingere nel 1998, per hobby, per ritemprare la mente dalla fatica dello studio e avrei voluto dipingere ad acquerello da subito, ma a quell’epoca non ho trovato insegnanti. Ho dovuto acquisire molta esperienza da sola prima di affrontare l’acquerello che praticamente, escluse due brevi e non significative parentesi con due insegnanti diverse, ho appreso da sola. Ho studiato molto le opere e i consigli su tutti i libri che ho potuto comprare. È una tecnica che adoro per la sua fluidità e delicatezza».

Nell’opera della Cavasino l’’acquerello viene mostrato come un assetto ordinato di vita in cui gli elementi naturali (acqua, legno, fuoco, terra e metallo) concorrono, con sapienza, a costituire ciascuno il proprio ruolo nella difficile ricerca chi, pennello in mano, si appresta a dare forma e colore al proprio sentire, attimo esatto tra il movimento della vita e la stasi della riflessione.

Libro affascinante, da trattare con cura e da leggere con la calma e la pazienza sempre necessarie quando ci si trova di fronte a qualcosa che ha un valore, non solo etico, ma estetico – considerando la bellezza armoniosa del linguaggio e la puntualità terminologica delle parole che l’autrice governa magistralmente, senza imprigionarle in giochi stilistici.


Alice de Carli Enrico

Alice de Carli Enrico è traduttrice e giornalista freelance. Ha cominciato a leggere romanzi all'età di 8 anni e non ha più smesso. È appassionata di scrittura e lettura, dell'uso corretto della lingua italiana, di viaggi lunghi ed economici, del suono delle parole e di mari in tempesta. Ovunque vada porta sempre un libro con sé, l'unico oggetto in grado di renderla quieta anche nelle più improbabili situazioni. Cosa fa su MeLoLeggo? Scrive recensioni, dirige le pubblicazioni, revisiona racconti e romanzi dando la caccia all'errore con la meticolosità di un cecchino (a volte gli stessi scritti tremano dalla paura). Lavora tanto e consuma poco: necessita solo di una coperta, un divano e ovviamente un libro.

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