Purché una luce sia accesa nella notte, di Patrizia Zappa Mulas
Un gioiellino, il volume scritto da Patrizia Zappa Mulas ed edito da et al./Edizioni nel 2011 col titolo “Purché una luce sia accesa nella notte”. Al suo terzo libro, l’autrice ci regala una serie di quattro racconti che hanno per protagonisti il sentire, la città e il confronto con se stessi. Lo stile della Zappa Mulas è musicale, incalzante. Le parole hanno la leggerezza dei fiocchi di neve, ma danno un’inusuale concretezza alle emozioni che descrivono.
Un aspetto particolare del suo narrare è che, mentre si legge, ogni tanto ci si trova, volenti o nolenti, a domandarsi come abbia potuto fare, l’autrice, a ricreare una così disarmante immediatezza, tanto notevole da farci dimenticare, lì per lì, l’asincronia dell’atto dello scrivere. Non si può fare a meno di ricordare, con un sorriso, l’Arturo Bandini di John Fante che, mentre affoga in “Chiedi alla polvere”, non pensa a come salvarsi ma a come descrivere l’accaduto in prosa. Anche qui, il lettore scivola nel personaggio principale, ne assume la voce e lo sguardo sul mondo, il tocco delle sue mani sugli oggetti. Viene avvolto dalla forza espressiva dell’autrice e condotto per le strade di Milano e sulle pendici dello Stromboli con naturalezza e un po’ di commozione.
A fine lettura ci si scorda quasi di se stessi, per poi ritrovare quella strana sensazione che si prova quando si è appena conclusa una lunga, splendida e preziosa chiacchierata con un’amica di vecchia data.
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