Un, due, tre… la via lattea a passo di donna, di Carola Orciani
“Un, due, tre… la via lattea a passo di donna” è un piccolo volume uscito in libreria per la Fenoglio editore lo scorso ottobre. Carola Orciani non ne è solo l’autrice, ma anche la protagonista, e con parole leggere e delicate ci porta con sé alla scoperta del suo personalissimo viaggio sul Cammino di Santiago de Compostela. Come suggerisce il titolo, il punto di vista del suo narrare si rivela originale e particolare proprio perché immerso nell’identità femminile, nella poesia e nel sogno. Le riflessioni non sono solo rivolte a una fede o a una più profonda conoscenza di se stessi, ma anche all’intorno, all’incontro e allo scambio con il prossimo e con le proprie compagne di viaggio. Si fanno strada tre dimensioni, tutte altrettanto importanti, che lentamente prendono posto nel cuore del lettore.
Innanzitutto, Carola Orciani non è la super donna che in molte desiderano essere oggigiorno, priva di paure o reticenze. È una moglie, una madre, una donna con un ruolo, desideri, sogni, dubbi come chiunque altro. Non trae la sua forza da una maschera volta a celarne difetti o debolezze, ma nonostante questo non smette di amarsi, di credere in sé e di volersi mettere alla prova – prendere le distanze da una quotidianità molto amata per cercare altro, riscoprirsi o ritrovarsi.
Così, un passo alla volta, consapevole dei propri limiti ma decisa a testarli, si mette in viaggio. Ci vuole una certa disposizione di cuore, per essere aperti al nuovo, avere abbastanza coraggio per affrontarlo e scoprirlo, scambiare parole con persone del tutto sconosciute. La seconda dimensione è proprio l’incontro con l’altro, la comprensione che non vi è bisogno di nulla in particolare per creare un legame se non un desiderio in questo senso. È così che avviene l’incontro, quello vero, dove due solitudini si sfiorano, si avvicinano e, pur senza invadersi o lenirsi, danno origine a un sodalizio basato sul rispetto e l’amicizia.
Altra dimensione ancora è invece il silenzio, il rumore dei passi, il calore del sole, la consapevolezza di non avere null’altro con sé se non lo stretto indispensabile, che ha da definirsi e prendere forma per ciascuno, in base al proprio intimo sentiero.
Tre dimensioni per semplificare, per mettere in parole ciò che in parole si può esprimere. Il resto, rimane fra le righe, e vale la pena di soffermarcisi un po’.