Eresia del cuore, di Fabrizio Bregoli
Qual è il senso dell’uomo oggigiorno, quali le regole del nostro rapportarci con noi stessi, gli altri e il nostro intorno? Questa sembra essere una tra le tante domande che si pone Fabrizio Bregoli nelle poesie raccolte in “Eresia del cuore”, un volume pubblicato dallo stesso autore alla fine del 2012. Il richiamo alla natura è l’unico filo conduttore costante che si snoda tra i versi e dà loro fondamento in una ricerca di risposte continua ma placida, condotta senza affanni. Ironico come l’impressione di questo mondo poetico assuma un suono preciso attraverso le parole, una cantilena propria ma, nello scorrere delle pagine, paia trasformarsi in veicolo piuttosto di un solitario silenzio, di una serena osservazione e riflessione sul mondo, i luoghi, le persone che si amano o che ci stanno vicino. Così la comunicazione di Bregoli diventa un dialogo interno, un flusso di pensieri che sembra appartenerci con i palpiti e le emozioni che porta con sé.
Sfilano di fronte allo sguardo i “bagliori cimiteriali d’uffici”,”un’inattesa scia di barca all’imbrunire “ o “lo stagno gracchiante nella nebbia”; sfilano di fronte allo sguardo tutti i non luoghi della poesia, tutte quelle immagini dai colori tenui che si sommano a ciascuna lettera per comporre una mappa del sentire.
Quello di Bregoli è un viaggio intenso e coinvolgente fino alla fine.
Ti lascio il sospetto dell’incrinatura nel mondo
l’istante che tutto arresta
nell’immobile fissità dell’eterno
un abbaglio e poi il nulla.
Tratto da “Presagi”