Il fiore nero, di Simone Turri e Daniela Mecca
“Si è indotti a credere che, ai giorni nostri, con le conoscenze e le tecniche avanzate del sapere, il male sia stato solo un espediente per creare timore e controllo sul genere umano…”
La quotidianità, il lavoro, la famiglia, sono tutti punti di riferimento e certezza per l’uomo. Cosa accade quindi se qualcuno o qualcosa di incontrollato li minaccia? Ciò che sta dietro ai fatti di cronaca che riguardano sparizioni e morti misteriose, raccontati dai telegiornali e quotidiani, potrebbe andare al di là della mano dell’uomo.
Che tu sia dunque un bambino, un adulto o un oggetto il demonio riuscirà ad averti. “Io Voglio Te” è uno dei sette racconti della prima antologia scritta da Simone Turri e Daniela Mecca. Tre semplici parole che racchiudono l’essenza dell’intero libro, composto da storie minuziose che lo scrittore tende a raccontare senza tralasciare nemmeno il più piccolo particolare, enfatizzando personaggi, luoghi e azioni, da quelli più macabri a quelli che potrebbero addirittura essere trascurati. Sette storie diverse tra loro, ma con lo stesso unico denominatore: il male.
Essendo un’amante del cinema horror, nel racconto su “Caroline” ho rivissuto alcune delle scene più inquietanti de “La Bambola Assassina” di Tom Holland. Sono disposta a scommettere che, pur trovandovi di fronte a pagine del tutto inoffensive, arriverete a chiudere gli occhi dalla paura. Il fiore nero potrebbe dare ottimi spunti per sceneggiature interessanti e cominciare a ristabilire un buon rapporto tra i nostri scrittori e il mondo cinematografico, che ormai sembra saturo di idee.
Che dire, ho letto il libro e stranamente (non leggo molti libri), l’ho divorato forse anche perchè è un tipo di lettura che ti affascina anche per la brevità e forse può essere un ottimo spunto per films.