In libreria: I morti lo sanno, di Laura Lippman
Il detective Kevin Infante della squadra Omicidi di Baltimora non si aspettava certo di passare una mattinata intera al St. Agnes Hospital in compagnia di Gloria Bustamante, l’avvocato difensore più rompiscatole della Contea di Baltimora. Rossetto sbavato, tailleur senza un bottone, scarpe, un tempo di lusso, sformate e consunte in punta, la Bustamante assiste una donna coi capelli biondi, di età indecifrabile, tra i trentacinque e i quaranta forse, ricoverata in evidente stato di confusione in un reparto dell’ospedale.
Qualche giorno prima, per un velo d’olio sulla strada, la berlina della donna è scivolata a sinistra come l’ago di un tachimetro impazzito, si è girata su se stessa e si è adagiata sulla fiancata di un SUV bianco. La donna ha visto il SUV rotolare con lente capriole giù per la scarpata, ma non si è fermata. Spaventata dal frastuono dei clacson e dallo stridore dei freni, è scappata via per abbandonare la macchina sul ciglio di una strada lontana. Infante e la Bustamante sono, però, al St. Agnes Hospital non per il reato di mancato soccorso, ma per una stupefacente dichiarazione della donna, che mette e a soqquadro le redazioni delle gazzette e delle tv dell’intera Contea di Baltimora.
La donna, che secondo il libretto dell’auto dovrebbe essere Penelope Jackson, di Asheville, North Carolina, ha detto di chiamarsi in realtà Heather Bethany e di essere una delle due sorelline scomparse una trentina d’anni fa in un centro commerciale di Baltimora. L’opinione di Infante e degli inquirenti è che la donna ora ricoverata al St. Agnes Hospital finga e spari cose campate in aria per la disperazione. Certo, un esame del DNA potrebbe sciogliere l’enigma e appurare l’identità della sedicente Heather, se solo i coniugi Bethany fossero i genitori naturali e non adottivi delle sorelle e, soprattutto, se fossero rintracciabili. Trent’anni dopo tutti i testimoni possibili appaiono o passati a miglior vita o impossibilitati a parlare.
Solo i morti, dunque, sanno?
Laura Lippman è nata ad Atlanta e cresciuta a Baltimora, una delle città più violente d’America. Nel 1997, quando apparvero i suoi due primi romanzi, Baltimora Blues e Charm City, Laura Lippman mise da parte una ventennale carriera giornalistica per dedicarsi pienamente alla scrittura. Da allora ha pubblicato numerosi romanzi, otto dei quali fanno parte della serie di Tess Monaghan divenuta presto uno dei personaggi piú amati e popolari nel mondo del poliziesco americano contemporaneo. Giano ha pubblicato anche Baltimora blues (2008) e Charm City (2009).
Traduttrice: Luisa Piussi.