Un giorno questo dolore ti sarà utile, di Peter Cameron
“Un giorno questo dolore ti sarà utile”, di Peter Cameron
Peter Cameron è un autore statunitense che in molti sicuramente conosceranno soprattutto per il romanzo “Quella sera dorata”, che nel 2009 ha fatto la sua comparsa nella sua versione cinematografica in un film diretto da James Ivory e interpretato da attori d’eccezione quali Anthony Hopkins e Charlotte Gainsbourg.
Nel 2007 Cameron ha però pubblicato un altro romanzo intitolato “Questo dolore ti sarà utile” che, se pur non perde lo stile fresco, genuino e scorrevole dell’autore, cambia totalmente scenario. È infatti ambientato a New York e protagonista è un giovane ragazzo di diciotto anni, James Sveck. Il giovane James ricorderà sicuramente a qualcuno l’Holden Caulfield di Salinger, se non altro per l’attitudine canzonatoria su tutto ciò che lo circonda, ma il tono è meno amaro, lo sguardo più curioso.
Il quadretto familiare raccoglie una madre al terzo matrimonio – già naufragato, peraltro, durante il viaggio di nozze, una sorella che intrattiene una relazione con uno dei suoi professori e un padre che lavora a Wall Street. Punti di riferimento il ragazzo ne ha, ma sono persone a cui vuole bene ma con cui non ha davvero un dialogo basato sulla comprensione reciproca. James è solo ma non se ne cruccia, perché di fatto la gente lo annoia. O forse perché non trova parole comuni su cui basare uno scambio verbale che abbia un valore?
In una dialogo tra lui e una psicoterapeuta (dott.ssa Adler, un rimando allo psicanalista austriaco?) da cui l’hanno mandato i suoi genitori, preoccupati per la sua tendenza ad isolarsi, spiega: “Per me l’atto di pensare e quello di esprimere i pensieri non sono simultanei, e neppure necessariamente consecutivi. So di pensare e parlare nella stessa lingua […] eppure la lingua in cui penso e quella in cui parlo sembrano spesso talmente lontane che mi pare impossibile colmare il vuoto”.
Il vuoto, insieme all’incapacità di scegliere, di fare, di essere, sono i punti focali di tutto il percorso che James si troverà a percorrere – e noi con lui. Perché è un romanzo umano, che fa sorridere e commuovere e che quando volge al termine lascia davvero la voglia di leggerne ancora.