In libreria: Caffè Babilonia, di Marsha Mehran
Guidata dal vecchio giardiniere che curava in Persia le terre della sua casa d’infanzia, Marjan Aminpour ha imparato sin da bambina a coltivare le piante. A Ballinacroagh, il villaggio dell’Irlanda occidentale dove, dopo essere scappata dall’Iran khomeinista, si è stabilita assieme a Bahar e Layla, le sue sorelle più piccole, Marjan ha aperto il Caffè Babilonia, un locale ricavato dall’ex panetteria di Estelle Delmonico, la vedova di un fornaio italiano. Col cardamomo e l’acqua di rose, il basmati, il dragoncello e la santoreggia, Marjan prepara le sue speziate ricette persiane, e la gente di Ballinacroagh accorre ogni giorno numerosa al Caffè Babilonia, attratta dalle pareti vermiglie, dalle zuppe di melagrana e dal samovar del tè sempre pronto. Marjan potrebbe finalmente godere dei suoi meritati piccoli trionfi se un perfido scherzo del destino non si fosse preso la briga di turbarla profondamente: Layla, la sorellina che si è conquistata subito la simpatia dell’intera Ballinacroagh, si è innamorata, ricambiata, di Malachy McGuire, uno dei figli di Thomas McGuire, il boss del villaggio che possiede un’infinità di pub e ambirebbe volentieri a mettere le mani sul Caffè Babilonia…
Marsha Mehran ha lasciato l’Iran durante la rivoluzione khomeinista e si è rifugiata con la sua famiglia in Argentina. A Buenos Aires i suoi genitori hanno aperto un caffè mediorientale, mentre lei studiava in una università privata scozzese. Con Neri Pozza ha pubblicato anche Pane e acqua di rose.