In libreria: La macchina fatale, di Ned Beauman
Nella Berlino prenazista degli anni Trenta si aggira un giovane scenografo del nuovo teatro espressionista tedesco, Egon Loeser, con due ossessioni che lo tormentano senza posa: Lavicini, il celebre scenografo italiano che alla fine del Seicento trovò la morte – insieme a una ventina di altre persone – schiacciato dal macchinario da lui stesso inventato per spostare rapidamente gli attori tra un cambio di scena e l’altro; e Adele Hitler, una magnifica e sfuggente ragazza. Con Lavicini, Loeser riesce a fare i conti: insieme col regista Blumstein, da anni suo fedele collaboratore, scrive un dramma a lui dedicato da mettere in scena utilizzando la stessa macchina fatale costruita dallo scenografo seicentesco. Con Adele Hitler, le cose sono decisamente più ardue. Riuscire a fare sesso con lei equivarrebbe per Loeser alla costruzione di cento macchine fatali, alla realizzazione del sogno della sua vita. Per inseguirla, Loeser si trasferisce a Parigi, dove cerca di indagare anche sull’oscuro passato di Lavicini. Nella Ville Lumière conosce per caso Herbert Scramsfield, uno scroccone ciarlatano di Boston, venuto a vivere pochi anni prima a Parigi con la speranza di pubblicare un romanzo cui sta lavorando da anni. Ngli anni Trenta, tra le classi alte europee, riscuotevano successo le teorie di Serge Voronoff, un chirurgo e sessuologo russo che praticava l’innesto di testicoli di scimmia sulla pelle dei suoi pazienti come tecnica di ringiovanimento. Con maestria Scramsfield riesce a tendere un tranello a due facoltose signore americane spacciando l’ignaro Loeser per il noto medico. È a Los Angeles, però, dove la bella Adele Hitler si trasferisce, che si gioca la partita finale tra Loeser e il suo sogno o, meglio, la sua chimera: riuscire ad andare a letto con la seducente giovane tedesca. Romanzo che è valso al suo autore la segnalazione di Granta tra i migliori talenti della nuova narrativa internazionale, La macchina fatale è stato il libro-rivelazione dell’ultima stagione letteraria britannica.
Ned Beauman è nato nel 1985 a Londra, e attualmente vive a New York. Ha scritto per Dazed & Confused, AnOther e per il Guardian. Il suo primo romanzo, Pugni svastiche scarabei, è stato finalista del First Book Award del Guardian e del Desmond Elliot Prize, e ha vinto il Writers’ Guild Award for Best Fiction Book e il Goldberg Prize for Outstanding Debut Fiction. Ned Beauman è stato inserito da The Culture Show tra i 12 Migliori nuovi scrittori inglesi nel 2011.
Traduzione dall’inglese di Vincenzo Mingiardi.
Dopo David Nicholls arriva in Neri Pozza il nuovo grande talento della giovane narrativa britannica: Ned Beauman, salutato dalla critica come il nuovo Martin Amis.
Selezionato dal Man Booker Prize 2012, il grande premio vinto da Julian Barnes, Hilary Mantel e Anita Brookner.
Libro dell’anno dell’Obser ver, del Daily Telegraph e dell’Evening standard.
I diritti sono stati venduti in Inghilterra (Sceptre), America (Bloomsbur y), Germania (DuMont), Turchia (Domingo) e Olanda (Nieuw Amsterdam).
Selezionato da Granta come uno dei 20 giovani scrittori inglesi più promettenti dell’anno.