ISCHIA – “Omaggio a José Saramago”, 3-25 giugno
ISCHIA (NA) – Da oggi al 25 giugno l’incantevole isola di Ischia ospiterà “Omaggio a Saramago”, manifestazione a carattere internazionale organizzata dall’associazione culturale Officina Artètéka con la collaborazione dell’ambasciata portoghese a Roma, dell’associazione Italia-Portogallo di Napoli e con il patrocinio di molte istituzioni pubbliche e private.
Ragione della manifestazione è quella di ricordare il famoso scrittore portoghese, insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 1998, in occasione del primo anniversario della sua scomparsa, avvenuta il 18 giugno 2010 nella sua residenza di Tias, nelle isole Canarie all’età di 87 anni.
La scelta di un’isola quale location non è un caso: “l’ambientazione ‘insulare’ di questo ciclo di manifestazioni rimanda al concetto di isola come ideale narrativo e immaginifico, centrale nell’opera poetica degli scrittori; e al ruolo-cardine che la Storia attribuisce all’isola d’Ischia e al golfo di Napoli, nel contesto più ampio delle millenarie relazioni culturali tra le sponde del Mediterraneo”, spiega Salvatore Ronga, regista e direttore artistico ischiano.
Il direttore scientifico Gianfranco Marelli precisa che “l’Omaggio a Saramago si inserisce in una serie di studi intitolati ‘Fra isole e sponde culturali del pensiero meridiano’ che sono dedicati, per tre anni di seguito, ad altrettanti Premi Nobel della Lettaratura. Nel 2012 sarà la volta di Orhan Pamuk e, a seguire, di Albert Camus”.
Gli appuntamenti saranno ospitati presso la Torre di Sant’Anna detta di Michelangelo e spazieranno da mostre a performance poetiche, da proiezioni a spettacoli teatrali passando per convegni e seminari. Vi saranno inoltre personalità di spicco del panorama culturale e Violante Saramago, figlia dello scrittore, parteciperà alla serata conclusiva.
“La cosa Berlusconi”, di José Saramago
Questo articolo, con questo stesso titolo, è stato pubblicato ieri sul quotidiano spagnolo “El País”, che me lo aveva espressamente commissionato. Considerando che in questo blog ho lasciato alcuni commenti sulle prodezze del primo ministro italiano, sarebbe strano non mettere anche qui questo testo. In futuro ce ne saranno sicuramente altri, visto che Berlusconi non rinuncerà a quello che è e a quello che fa. Né lo farò anch’io.
La Cosa Berlusconi
Non trovo altro nome con cui chiamarlo. Una cosa pericolosamente simile a un essere umano, una cosa che dà feste, organizza orge e comanda in un paese chiamato Italia. Questa cosa, questa malattia, questo virus minaccia di essere la causa della morte morale del paese di Verdi se un profondo rigurgito non dovesse strapparlo dalla coscienza degli italiani prima che il veleno finisca per corrodergli le vene distruggendo il cuore di una delle più ricche culture europee. I valori fondanti dell’umana convivenza vengono calpestati ogni giorno dalle viscide zampe della cosa Berlusconi che, tra i suoi vari talenti, possiede anche la funambolica abilità di abusare delle parole, stravolgendone l’intenzione e il significato, come nel caso del Polo della Libertà, nome del partito attraverso cui ha raggiunto il potere. L’ho chiamato delinquente e di questo non mi pento. Per ragioni di carattere semantico e sociale che altri potranno spiegare meglio di me, il termine delinquente in Italia possiede una carica più negativa che in qualsiasi altra lingua parlata in Europa. È stato per rendere in modo chiaro ed efficace quello che penso della cosa Berlusconi che ho utilizzato il termine nell’accezione che la lingua di Dante gli ha attribuito nel corso del tempo, nonostante mi sembri molto improbabile che Dante l’abbia mai utilizzato. Delinquenza, nel mio portoghese, significa, in accordo con i dizionari e la pratica quotidiana della comunicazione, “atto di commettere delitti, disobbedire alle leggi o a dettami morali”. La definizione calza senza fare una piega alla cosa Belusconi, a tal punto che sembra essere più la sua seconda pelle che qualcosa che si indossa per l’occasione. È da tanti anni che la cosa Belusconi commette crimini di variabile ma sempre dimostrata gravità. Al di là di questo, non solo ha disobbedito alle leggi ma, peggio ancora, se ne è costruite altre su misura per salvaguardare i suoi interessi pubblici e privati, di politico, imprenditore e accompagnatore di minorenni, per quanto riguarda i dettami morali invece, non vale neanche la pena parlarne, tutti sanno in Italia e nel mondo che la cosa Belusconi è oramai da molto tempo caduto nella più assoluta abiezione. Questo è il primo ministro italiano, questa è la cosa che il popolo italiano ha eletto due volte affinché gli potesse servire da modello, questo è il cammino verso la rovina a cui stanno trascinando i valori di libertà e dignità di cui erano pregne la musica di Verdi e le gesta di Garibaldi, coloro che fecero dell’Italia del secolo XIX, durante la lotta per l’unità, una guida spirituale per l’Europa e gli europei. È questo che la cosa Berlusconi vuole buttare nel sacco dell’immondizia della Storia. Gli italiani glielo permetteranno?
Pubblicato su El Paìs il 6 giugno 2009, nel suo blog e nel 2010 in Italia nella raccolta “I quaderni” edita da Bollati Boringhieri
Saramago scriveva un blog nel quale si teneva costantemente in contatto con i suoi lettori, uno dei suoi articoli attaccava duramente Berlusconi e per questo Einaudi (Mondadori) annunciò che non avrebbe pubblicato “Il quaderno”, la raccolta dei suoi articoli. Fu poi edita da Bollati Boringhieri col titolo “I quaderni di Lanzarote”.