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Recensione: En cas de bonheur, di David Foenkinos

En cas de bonheur
En cas de bonheur

En cas de bonheur è un libricino invitante, opera di David Foenkinos ed edito in Francia da Éditions Flammarion nel 2005. Appena al secondo paragrafo del prologo ti avverte: “La coppia è il paese che ha la più bassa speranza di vita”. Sì, non è un libro romantico nel senso canonico che viene oggi attribuito al termine: lo è a modo suo, ovvero con una sottile vena di ironia mista a cinismo che rende tutto molto, molto reale. La scrittura per certi aspetti è poi un lavoro di cesello, un gioco di ritmi incalzanti tra battute, pause, delucidazioni e spiegazioni che finiscono per delineare i personaggi non nelle loro normali inclinazioni quotidiane, ma in quei folli particolari propri di ciascuno su cui normalmente, per pudore, non ci si sofferma. Un esempio è il rapporto erotico che Jacques ha con le porte… Ma forse è meglio andare con ordine.

La storia narra di Jacques e Claire, che vivono insieme da ormai otto anni, hanno una figlia e sono completamente avvolti dalla meccanicità dell’abitudine. Probabilmente andrebbero avanti così ancora per molto, se non che Jacques trova un’amante e innesca giocoforza tutta una serie di accadimenti – alquanto prevedibili ma non scontati, ad esempio il fatto che Claire decida di  lasciarlo – che riporteranno un po’ in vita entrambi i nostri eroi.

Per il lettore il fattore positivo è invece il fatto che ci sia dunque modo per David Foenkinos di sbizzarrirsi nel descrivere con capacità e brio quel che accade quando si è felici, perché siamo sempre pronti a tutto: stipuliamo assicurazioni contro eventi e infortuni, per la macchina e il cane, per la casa e la vita, ma non c’è assicurazione che tenga all’essere felici. Ecco allora che l’autore, usando i più triti e ritriti luoghi comuni sulle coppie, gioca e fa giocare il lettore prendendo in giro i suoi stessi personaggi e mettendoli in ridicolo e allo scoperto nelle loro emozioni a volte reali, a volte dettate solo da convenzioni sociali. Foenkinos ci spiega che la felicità non ha tempo né forma: la si riconosce solo una volta che se n’è andata.

Il risultato è un libro intelligente e spassoso, che tuttavia in Italia è ancora inedito. Nell’attesa, se proprio non avete voglia di affrontare il francese, potete divertirvi a leggere altre sue opere giunte nel nostro paese, come Il salice piangente che sorrideva (Rizzoli, 2013, scritto insieme a Soledad Bravi e tradotto in italiano da  Bérénice Capatti), L’eroe quotidiano (E/O,2013, con traduzione di Alberto Bracci Testasecca), Imagine. Io, John Lennon (Gremese, 2013, traduzione di Stefano Andrea Cresti), Le nostre separazioni (E/O, 2012, traduzione di Alberto Bracci Testasecca) o La delicatezza (E/O, 2010, traduzione di Alberto Bracci Testasecca).

Ah, vi state ancora chiedendo in che cosa consista il rapporto erotico che Jacques ha con le porte? … Buona lettura!

Alice de Carli Enrico

Alice de Carli Enrico è traduttrice e giornalista freelance. Ha cominciato a leggere romanzi all'età di 8 anni e non ha più smesso. È appassionata di scrittura e lettura, dell'uso corretto della lingua italiana, di viaggi lunghi ed economici, del suono delle parole e di mari in tempesta. Ovunque vada porta sempre un libro con sé, l'unico oggetto in grado di renderla quieta anche nelle più improbabili situazioni. Cosa fa su MeLoLeggo? Scrive recensioni, dirige le pubblicazioni, revisiona racconti e romanzi dando la caccia all'errore con la meticolosità di un cecchino (a volte gli stessi scritti tremano dalla paura). Lavora tanto e consuma poco: necessita solo di una coperta, un divano e ovviamente un libro.

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