Alla radice, di Miika Nousiainen
…Credo che avere rispetto per la vita altrui in fondo non sia poi così difficile. Basta un po’ di buon senso per capirlo. Abbi a cuore chi ti è vicino, comprendi il diverso, non mangiare la neve se è gialla e, se fai il cantante, a dicembre per l’amor del cielo risparmiaci la tua commovente rivisitazione dei canti natalizi. E, porca miseria, non tacere ai tuoi figli informazioni essenziali…
Pekka Kirnuvaara, copywriter finlandese di mezz’età, vive alla giornata una vita fatta di un matrimonio andato male, di una disputa sull’affidamento dei figli e del senso profondo dell’abbandono da parte del padre, di cui ricorda pochi concetti e uno strano motto:
“…Un’ascia e un bel diretto sono già mezza vittoria..”
Ah, senza dimenticare un fastidioso mal di denti.
Questo dettaglio, all’apparenza insignificante, lo porta a conoscere un dentista che, guarda la combinazione, porta il suo stesso cognome.
Esko, questo il nome del dentista, è un uomo che ha portato ai massimi livelli di considerazione la propria professione, spinto dai freddi genitori — adottivi — a isolare i propri sentimenti, a tenerli dormienti come se fossero sotto anestesia.
I due, a seguito di un divertente siparietto che ci rinfresca su nozioni di odontoiatria di cui molti vengono a conoscenza solo quando varcano la soglia di uno studio dentistico, scoprono di essere fratelli per parte di padre — Onni — e che, giocoforza, forse non sarebbe male scoprire chi è e soprattutto dov’è, questo padre.
Pekka è il promotore di questa iniziativa, almeno quanto solerte è Esko nel rimproverarlo per la scarsa igiene orale. I due iniziano, allora, un particolare on the road alla ricerca delle radici comuni.
E scoprono, quindi, che il loro padre non resisteva per lungo tempo in uno stesso luogo, e che in ogni luogo lasciava parte di sé.
Viaggiando dalla Carelia del Nord alla Svezia, e poi ancora in Thailandia e negli spazi sconfinati dell’Australia, Pekka ed Esko conoscono la battagliera ragazza madre Sari, l’analfabeta ed ex ragazza di strada Fana e Sunday, che ha per metà sangue aborigeno e per metà sangue finlandese.
Queste tre donne, infatti, sono tutte figlie dello stesso padre di Pekka ed Esko. Quindi, una famiglia multietnica di cui per anni nessuno ha saputo nulla. Eccetto Onni Kirnuvaara, ovviamente.
Alla radice (Iperborea, trad. di Marcello Ganassini) è una storia a tratti divertente, ma che fa anche pensare. Le situazioni, scorrendo le pagine, non appaiono poi così paradossali. Nousiainen rappresenta personaggi di bello spessore, evidenziandone pregi ma, soprattutto, difetti, e rendendoli così vivi che sembra di conoscerli da una vita.
Il viaggio dei due fratelli — voci narranti alternate e alternative — prosegue fino alla scoperta delle risposte che cercano. Un viaggio che solo in parte è viaggio terreno. In gran parte, è uno spostamento spirituale, una ricerca di confronto tra sé stessi e gli altri, di una dimensione che sia giusta proprio come un abito che calza a pennello.
Una lettura che apre nuovi orizzonti, spinge a considerare la propria vita come parte di un sistema più grande.
E, soprattutto, spinge a non giudicare senza conoscere.