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L’amante di Barcellona, di Care Santos

«Brancaleone si chiedeva che male avessero fatto quei poveretti per meritarsi tante atrocità, ma la domanda morì prim’ancora di nascere, perché giunse ben presto alla conclusione che la barbarie non ha mai giustificazione.»

L’amante di Barcellona

Una giovane scrittrice, di cui sappiamo pochissimo, torna a Barcellona per assistere al funerale di uno dei suoi mentori, Antoni Roés, l’anziano proprietario della libreria antiquaria Palinuro. Dopo il funerale, la figlia di Roés, ex compagna di studi della protagonista, le chiede di mettere mano a una serie di lettere che aveva trovato sommerse nella polvere di questa libreria strabordante di libri. Questi documenti, vecchi di qualche secolo, riportano il titolo e la storia di un libro perduto, Mémoires secrets d’une femme publique, un volume prezioso e scomparso nelle pieghe del tempo e che non è mai stato ritrovato. Antoni Roés era convinto che questo libro esistesse ancora e voleva ritrovarlo per poter sanare una volta per tutte le finanze della sua libreria. La nostra protagonista non si lascia sfuggire una storia tanto interessante e prosegue il lavoro di ricostruzione del suo mentore, seguendo, come il mitico Teseo, il filo d’Arianna all’interno del labirinto della storia, scoprendo alla fine l’antico legame che lega il passato al presente.

Queste righe riassumono la trama de L’amante di Barcellona, di Care Santos (trad. di Laura Marseguerra, ed. Salani), romanzo storico che promette di essere avvincente e lo è, seppur con un ritmo tutto suo che, all’inizio, potrebbe spaesare il lettore occasionale. La struttura corale dell’intero romanzo ricorda grandi autori ottocenteschi come Dickens e Hugo e risulta sicuramente particolare vedere una tale padronanza di stile in un’autrice contemporanea.

Malgrado la struttura “antica”, la scrittura di Care Santos è così fluida da non far pesare la mole notevole del libro e i continui riferimenti storici, estremamente curati. Una nota di merito va sicuramente data alla cura per il lessico che l’autrice ha utilizzato all’interno dei dialoghi e delle lettere che punteggiano il libro tra un capitolo e l’altro.

La storicità è garantita da un evidente studio approfondito delle usanze e delle minuzie storiche della Barcellona d’epoca napoleonica che sorprende e costringe il lettore ad adattarsi al suo ritmo.

Il libro si traduce in una sorta di collettiva caccia al tesoro, tra passato e presente, poiché questo libro è desiderato da tutti, ricchi e poveri e tutti lo vogliono per ragioni diverse, che si scoprono mano a mano che si va avanti con i capitoli.

Moltissimi sono i personaggi, di varie estrazioni sociali e nazionalità, che si alternano come protagonisti dei capitoli. Il pescatore genovese Brancaleone che trova l’amore con la bella (e forte) lavandaia Rita Neu, l’appassionato bibliofilo Guillot, lo spietato Giuseppe Lechi, il subdolo magistrato Néstor Pérez de Léon e molti altri. La scelta di alternare passato e presente risulta quasi una scelta superflua, essendo così bella e ben curata la parte storica che poteva perfettamente stare in piedi da sola, senza l’aggiunta del mistero dei libri scomparsi in epoca presente.

Una nota interessante riguarda proprio questi libri, che esistono (o sono esistiti) tutti. Non si tratta infatti di libri inventati, tutti i libri della collezione di Guillot, i libri per cui lui pagherà un prezzo terribile, sono libri che all’epoca della loro uscita hanno creato scandalo e che sono stati censurati o fatti scomparire.

Alla fine del libro vi è un’interessantissima disamina di ognuno di essi, con una breve spiegazione delle circostanze in cui sono stati scritti e di come sono stati accolti dall’opinione pubblica.

Lo stesso vale per la maggior parte dei personaggi citati; si tratta, infatti, di personaggi realmente esistiti e che hanno lasciato la loro impronta nella storia della città.

L’amante di Barcellona è un libro per appassionati del genere storico o della storia della Spagna, nello specifico di Barcellona, nei decenni più interessanti, complicati e drammatici dell’Ottocento. Gli appassionati di letteratura spagnola potranno riconoscere nei capitoli finali un chiaro omaggio al prematuramente scomparso Carlos Ruiz Zafón.

Elisabetta Zocca

Elisabetta Maria Zocca è una restauratrice specializzata in beni librari e pergamenacei e passa le sue giornate tra archivi e biblioteche pubbliche e private. Nata e cresciuta a Verona ma con il cuore a Venezia, ha sviluppato fin da bambina l'amore per la lettura e per la scrittura, passioni che l'hanno portata ad attivarsi precocemente nel mondo della promozione del libro e della cultura. Molti suoi racconti si possono trovare online e in libreria all'interno di diverse antologie tematiche. Scrive inoltre articoli e interviste su vari magazine online, tra cui LoSpazioBianco, FrizziFrizzi e Vanilla Magazine. Ha creato e gestisce con successo diversi gruppi di lettura per adolescenti con una formula innovativa. Cosa fa su MeLoLeggo? Recensisce i libri che più le piacciono tra quelli che legge, mettendo ordine nella sua testa e nelle letture sul suo comodino, che spesso diventano instabili pile pronte ad abbattersi su di lei nel sonno.

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