Attraverso le tendine, di Carmen Martìn Gaite
«Gli ho parlato confusamente di Gertru, di Mercedes, di Petrita, delle cose che mi opprimono. Gli ho detto che, se devo diventare una donna rassegnata e ragionevole, preferisco non vivere.»
Carmen Martìn Gaite non è un nome molto conosciuto in Italia, ma lo stesso non si può dire nel resto d’Europa. Scrittrice, poetessa, traduttrice, fu una dei principali esponenti del neorealismo spagnolo. Fece parte della Generazione del ’50, un movimento di intellettuali tutti nati tra gli anni ’20 e gli anni ’30 del secolo scorso, nati troppo tardi per combattere nella Guerra Civile Spagnola ma in tempo per ricordarne le conseguenze, vissute durante l’infanzia.
Attraverso le tendine (in originale Entre visillos) ci trasporta in una piccola cittadina della provincia spagnola di cui sappiamo poco o nulla, tranne per i luoghi descritti: il Casino, il centro della vita sociale dei protagonisti, il cinematografo, il lungofiume e la grande cattedrale. Le atmosfere sono dense, riescono a trasmettere l’afa, descritta in varie scene e che ben si adatta alle soffocanti regole della vita borghese di provincia. La scrittura è lenta e ben scandita dai capitoli, molto lunghi e articolati, ognuno focalizzato su un personaggio o un piccolo gruppo, evidenziandone con immagini simboliche e metafore i pensieri e le intenzioni. La storia può apparire abbastanza semplice ma regala uno spaccato psicologico dei personaggi di una profondità non comune.
Ogni anno alla fine dell’estate, in questo paese c’è una grande fiera con una corrida molto famosa, che attira turisti e curiosi da ogni parte della regione. È proprio nel periodo della fiera che inizia la storia raccontata in questo libro, con il ritorno a casa dopo le vacanze di alcune delle protagoniste. Tutta la vicenda ruota attorno a un gruppetto di ragazze borghesi il cui unico vero obiettivo al mondo sembra essere quello di contrarre un buon matrimonio e portare avanti una vita tranquilla, perfettamente in linea con l’idea di famiglia imposta dalla dittatura franchista.
Pablo Klein è un giovane insegnante di tedesco che dopo aver vissuto e lavorato in una grande città torna nella cittadina dove aveva passato dei bei momenti da bambino, creando con la sua insolita, silenziosa e rivoluzionaria presenza scompiglio in questo gruppo di ragazze e tra i loro spasimanti. Risulterà poi alla fine l’ago della bilancia perché la più giovane delle nostre protagoniste prenda una decisione che cambierà totalmente la sua vita.
È un libro d’altri tempi e si sente. Carmen Martìn Gaite in quasi tutti i suoi primi romanzi e racconti (di cui fa parte anche Attraverso le tendine) vuole consegnare al lettore la testimonianza di un’epoca. All’interno del libro, sparpagliati qui e là si possono trovare riferimenti nebulosi alla figura del Generale Franco e di una “guerra” appena trascorsa in cui Pablo ha perso il padre. Ciò che l’autrice ci consegna è proprio lo spaccato di una Spagna che non esiste più.
Particolarmente piacevoli all’interno di questa edizione sono stati il glossario con i termini spagnoli che si è deciso di mantenere all’interno del testo e la post-fazione della traduttrice, Elisabetta Sarmati, che ha scritto un piccolo saggio di grande eleganza sul suo lavoro e sulla figura di quest’autrice ancora troppo poco conosciuta nel nostro paese.