Benzina estetica sul mondo, di Matteo Zanini
“Questo è il momento drammatico, carico di fato, Watson, in cui udiamo un
Il mastino dei Baskerville, Arthur Conan Doyle
passo sulle scale che sta per entrare nella nostra vita, senza che noi ancora
sappiamo se ci recherà gioia o sciagura.”
Esiste un momento nel cuore di un lettore nel quale, alle volte, nel corso della lettura, ci si accorge che qualcosa è irrimediabilmente cambiato: le parole si attardano nella mente, i personaggi diventano così verosimili da sembrare amici di vecchia data, lo scorrere delle pagine incanta, soggiogando fino al punto di imprimersi indelebilmente nel ricordo.
Quel preciso istante per Benzina estetica sul mondo, il romanzo di Matteo Zanini edito dalla casa editrice Le Mezzelane, si compie nell’istante in cui la potenza emotiva e personale di Charlie, il protagonista, si mostra a chi legge illuminando l’intera stanza. Accade a poche pagine dall’inizio del romanzo ed imbriglia per sempre a sé il lettore.
La storia di Charlie potrebbe sembrare comune a molti: un ragazzo che deve fare i conti con la fine dolorosa di una lunga relazione e che decide di ripartire da se stesso, concedendosi una piccola pausa a Madrid, in casa di amici.
Ma il destino avrà in serbo un progetto più importante e toccante per il giovane: Charlie sarà chiamato di nuovo a fare i conti con un passato ingombrante quanto bruciante, all’insegna di rancori malcelati e di domande apparentemente prive di risposta, fino a quando il futuro busserà alla sua porta nelle vesti di un uomo attraente e scostante, una ferita da rimarginare, un insegnamento da imparare.
Riuscire a descrivere appieno Benzina estetica sul mondo è impresa ardua quanto effimera: il libro dell’autore bergamasco prende forma dalla pura narrazione romanzata, s’innalza allo stile aulico della poesia, si libra tra le note di un moderno flusso di coscienza per poi bruciare tra le fiamme del racconto sociale.
Ciò che permea l’esperienza della lettura è il fuoco bruciante del valore della narrazione, la consapevolezza di aver assistito come testimone silenzioso al compimento di una storia importante, una storia che, come canterebbe Fabrizio De André, “È una storia un po’ complicata / È una storia sbagliata”.“
Siamo storie. Siamo romanzi. Siamo insiemi di lettere che camminano.”