Circolo dei lettori di Torino – Stefano Benni e Goffredo Fofi: Parlando di Lolita
Qual è stato il fattore decisivo? Il mio giardino?
Credo che siano state le sue… torte di ciliegie.
È iniziato così “Parlando di Lolita”, il primo della serie di tre incontri in programma in questi giorni al Circolo dei Lettori di Torino. Ieri il dialogo si è sviluppato tra Stefano Benni e Goffredo Fofi, critico cinematografico e giornalista. I fotogrammi sono tratti da “Lolita”, il film che Kubrick dedicò nel 1962 al tanto discusso romanzo di Nabokov, edito nel 1955 in lingua inglese ma subito considerato scandaloso e osteggiato – addirittura vietato – negli Stati Uniti. Uscì infatti per la Olympia Press, casa editrice francese che in quegli anni pubblicava tutti quei volumi che non trovavano spazio negli USA e nel Regno Unito per via della linea editoriale troppo censoria. In Italia giunse l’anno dopo con traduzione di Giulia Arborio Mella.
Fofi se la ricorda, la prima volta in cui prese tra le mani quel libro: “Non era pornografico, era erotico”, un melodramma che non ha per protagonista il sesso ma i sentimenti, il desiderio; una differenza sottile ma cruciale che segna la grande maestria di Nabokov nel mostrare lati dell’umano scomodi per la morale comune, ma ciononostante presenti.
Tuttavia, riproposta nella pellicola di Kubrick, la storia assume altri toni, meno forti e complessi. In primo luogo è diversa la sensibilità: rispetto a Nabokov Kubrick è più freddo, cinico, e mostra i personaggi come dall’esterno, privo di fede nelle potenzialità del genere umano dal punto di vista affettivo. Manca, a detta di Fofi, la compassione, ovvero la compartecipazione al sentimento che nelle parole di Nabokov è così prepotente e permeante.
“Nabokov è innamorato di Lolita, Kubrick della storia”, spiega Benni. Il sentimento che traspare dal romanzo è così forte che non si può far altro che rimanerne invischiati o fuggire, negarlo: Benni racconta infatti di quando, mentre lo leggeva in teatro, la gente abbandonava la sala perché spesso incapace di sopportare quella tensione, quell’impeto che trascina e sembra non aver compimento, non trovare pace, non consumarsi. Perché Nabokov è un mondo di suggestioni, una musicalità che incanta, una musica ben orchestrata. “Lolita è una storia d’amore fra me e la lingua inglese”, sosteneva lo scrittore, che aveva partorito questo romanzo in inglese per farlo conoscere al mondo.
Il mondo, va da sé, ha apprezzato. Se dunque non lo avete ancora letto, il consiglio è quello di recuperare subito. Nel frattempo però non perdetevi gli altri due appuntamenti al Circolo dei Lettori di Torino, stasera e domani. Maggiori informazioni qui.