Contagiati, di Andrea Mauri
Perché ha scelto proprio me?
Sono un prescelto. Sono fortunato ad essere preferito? … Cavia tra altri di questo morbo che piega il corpo.
Perché gli sguardi indugiano? Perché prima che queste particelle maledette facciano effetto, mi ucciderà la paura degli altri nei miei occhi che sputano sangue e veleno?
Cosa sente chi si ammala? Cosa sente chi viene messo da parte, a lato, il più lontano possibile dal contatto? Cosa perdiamo quando siamo da una parte o dall’altra, in dimensioni che si confrontano nel timore di toccarsi?
La quarantena condizione necessaria a tenere a bada l’esplosione del male, accade, non è romanzo, è verità. Cosa succede a noi quando lo sguardo degli altri ci esilia in angoli che puzzano di disinfettante, terrore e diversità?
È qui che indaga la mente di una penna intensa, affilata, capace di muovere fili e non solo: capace di dipingere con le parole, di costruire mondi in frasi che si staccano dalla realtà per percorrere voli paralleli in dimensioni che sfiorano l’illusione.
Andrea Mauri costruisce dodici mondi, dodici dimensioni in cui tutto è contro tutto, tutti contro tutti, condannati dalla paura alla paura: Contagiati (Ensemble edizioni) è pagine di storie intrise di coraggio e sfida a vincere se stessi e quel terrore che ti slaccia l’amore dalle mani. Sono storie di diversità in cui, tra una verità e l’altra, si frappone la distanza di un vetro, la freddezza di un’armatura medica che lascia intravedere piccoli barlumi di umanità che pure c’è, che pure deve esistere, ma che a volte fatica ad arrivare a chi è dall’altra parte.
Terre infette, mani da guardare con sospetto controllando ogni movimento, madri velenose, seni che, invece di linfa vitale, spargono liquidi maledetti che non danno la vita ma morte. Mondi visionari di deliri e sospetti, urla di verità che nessuno ascolterà perché la malattia, se anche la conosci, la guardi maneggiandola a distanza, avendo cura di rimanere in disparte rispetto a ciò che hai paura anche solo di pensare di sfiorare. C’è un margine di rischio che nessuno vuole rischiare. L’ossessione per la malattia sciolta in dodici disagi, momenti in cui strapperesti la vita a morsi e vorresti solo gridare più forte che: “Io non sono malato”.
Non lo sei, o forse sì.
La paura e il terrore alimentano il dubbio e forse sei tu stesso a non riconoscerti, quando la salvezza è solo nel conoscere, in quella consapevolezza che è anche il primo baluardo che la malattia conquista. Contagiati è un libro che fa tremare di verità e che va a toccare quelle profondità più fragili che non sempre riusciamo a preservare.