Recensione: Cyboria. Ultima fermata: fine del mondo, di Pierdomenico Baccalario
A due anni di distanza dall’inizio della saga fantasy di Cyboria, Pierdomenico Baccalario sforna un sequel dal titolo Cyboria. Ultima fermata: fine del mondo.
Dopo aver scoperto l’esistenza della ormai non più tanto utopica Cyboria, Otto ha deciso di organizzare un reclutamento segreto per ripopolare la città mentre sua zia Medea, il compagno Jago e il robot guardiano dell’isola Theo si occupano della messa a punto della città stessa.
Dopo la fine della scuola, in una bollente estate pisana, riesce a reclutare solo Anna, una bellissima ragazzina dagli occhi del colore del mare quando si accorge che Galeno, il robot divenuto il suo più fidato amico, è sparito. Dov’è andato? Che l’abbiano rapito? Ma da chi e, soprattutto, per quale ragione?
Inizierà così per Otto e la sua nuova compagna di viaggio una nuova incalzante avventura alla ricerca del suo amico, avventura che lo porterà ad incontrare terroristi, ma anche sottomarini parlanti e un cyber maggiordomo davvero bizzarro!
Dal finale chiaramente aperto, questo nuovo episodio di Cyboria mantiene i connotati del precedente: la lettura è incalzante, scorrevole e ricca di interessanti colpi di scena; insomma, formula vincente non si cambia! Si ripropongono anche la stessa casa editrice, la De Agostini, e la qualità fisica prodotto: ottimi i materiali, copertina rigida, sovracoperta lucida a colori, carta spessa e prezzo identico al primo volume uscito due anni prima (cosa da non sottovalutare, visto il costante aumento dei prezzi della carta stampata).
L’unico cambiamento lo si può notare nelle illustrazioni, sempre di stampo futuristico e ispirate ai manifesti d’inizio ‘900, ma nate dalla mano dell’artista Paolo D’Altan, vincitore di diversi premi, tra i quali il Premio Andersen – Il mondo dell’infanzia nel 2011 come Miglior illustratore 2011.
Non rimane che attendere l’uscita del nuovo volume prevista per ottobre 2013…