Grande, bro!, di Jenny Jägerfeld
Un libro da leggere, spesso, è un vortice di emozioni che ti assalgono prima di iniziare la lettura. La copertina, il formato, l’odore della carta stampata, il fruscio delle pagine – cosa che gli e-reader non riusciranno mai a darti – e tante piccole esperienze personali. E poi, non ultimo, c’è il contenuto. Profondo, sbarazzino, riflessivo, pieno d’azione, avvincente, avventuroso, intrigante, e chi più ne più ne metta. Per questo, ci sono libri come Grande, Bro! (Iperboread, traduzione di Laura Cangemi), un libro che parla agli adulti e ai ragazzi con linguaggio semplice e diretto, mai banale, affrontando uno dei temi più sentiti dai giovani di oggi: l’identità sessuale. A scriverlo non poteva essere che una scrittrice con solide basi nella psicologia come Jenny Jägerfeld, pluripremiata autrice – ultimo aggiornamento, proprio con questo titolo ha vinto il Premio Andersen 2024! – che ha preso in mano la penna col piglio di chi “sa dove mettere le mani”. Un tema importante, dicevo, che può essere trattato col taglio accademico, con le nuvole di parole incomprensibili che spesso infarciscono certi ambienti, oppure può esser proposto con la semplicità che caratterizza, o meglio, dovrebbe caratterizzare la vita di un ragazzo che, facendosi le domande giuste, scopre di non accettare il corpo che gli è stato assegnato da madre natura, proprio perché sente dentro di sé che quella di ragazzina – Michelle – non è assolutamente la SUA natura. Decide, così, di star bene con sé stesso, per quanto questo possa essere possibile in quell’età di grande cambiamento fisico e psicologico, e di farsi chiamare Måns, e di esser trattato da tutti come un maschio andando contro la natura del proprio corpo.
La rivelazione, come immaginabile, crea qualche sconquasso nella sua famiglia. Se la madre, tutto sommato, accetta di buon grado i fatti, è il padre di Måns ad avere dei problemi. Paura, tensione, smarrimento e preoccupazione per questa scelta del figlio lo lasciano attonito, creando un distacco magari non voluto ma che Måns percepisce fortemente. Come se non bastasse, Måns deve proporsi per quel che vuol essere anche al mondo esterno, soprattutto cerca di farsi degli amici. Il viaggio in Scania, nella Svezia meridionale, per motivi legati al lavoro della madre – che presta la sua voce ai cartoni animati – è l’occasione per incontri casuali ma importanti, come quello col “bullo” Mikkel, ragazzino che si svela essere poi tutt’altra persona, e altri legati alla passione irrefrenabile per lo skate e gli inevitabili rischi che si corrono praticandolo con l’incoscienza dei dodicenni.
Mikkel però, scopre la vera identità anagrafica di Måns, si sente tradito e innesca uno sprofondamento nell’umore dell’altro. Måns, dal canto suo, non riesce ad accettare di perdere un insperato amico e cerca, in tutti i modi, di recuperarlo.
Grande, Bro!, perciò, procede verso un finale positivo anche se non per forza precostituito, lasciando a ognuno di noi un grande messaggio sui criteri che ci permettono di essere uguali ma anche diversi dagli altri, sulla capacità che abbiamo o che dovremmo cercare di acquisire nell’accettare le differenze, le libertà, il rispetto altrui ma anche che nessuna vita può essere frustrata dai nostri preconcetti, semmai dovremmo essere noi a chiederci se abbiamo diritto o meno di giudicare le persone per quello che sembrano o per quello che fanno.
Grande, Bro! è un libro che consiglio a tutti, adolescenti e adulti in primis, per respirare un po’ dell’aria che ci circonda tutti i giorni ma che, forse, tra le pagine di un buon romanzo può apparire un po’ più leggera.