Grande Sertao, di João Guimarães Rosa
Il Grande Sertão è un termine brasiliano che significa grande deserto. Geograficamente si trova in molti Stati del nord est del Brasile, caratterizzato da grandi altipiani aridi alternati da avvallamenti molto fertili e ricchi di palme.
Nel romanzo il Sertão è il protagonista di una vicenda cavalleresca, epica. Non si limita ad essere uno spazio geografico ma assume il ruolo di luogo magico e incantato popolato da personaggi mitici e leggendari. Santoni, banditi ed eroi percorrono i sentieri del Grande Sertão impegnati in battaglie, storie d’amore e di amicizia. Il protagonista è il vecchio bandito Riobaldo che nel corso del romanzo cela e conserva il rimorso di un peccato originale che lo precede. L’azione si sviluppa seguendo il racconto della vicenda che lo ha segnato in gioventù, trascinando il lettore in un susseguirsi di azioni avventurose, comiche e drammatiche fino ad un finale assolutamente inatteso e rivelatore.
La grandezza del libro sta probabilmente nella lingua. João Guimarães Rosa inventa una lingua ricalcata dall’oralità ma arricchita da formule simboliche, allusive, iridate. Nel Grande Sertão i cavalli filosofeggiano e i combattenti scrollano la pigrizia dalle gambe.
Grande esempio di realismo magico, Il Grande Sertão sa essere un libro amaro ma allo stesso tempo consolatorio. Il rimpianto di un amore irrealizzato, sullo sfondo di uno scenario di battaglia, è dolce e amaro, perché irrealizzabile, di fronte ad un “peccato originale” segreto ed insvelabile.